Agricoltura sostenibile, un accordo tra tutti gli Enti del Triveneto 

Importante protocollo sottoscritto a Pordenone: protagonisti anche Unibz e la Fondazione Mach


di Martina Bridi


TRENTO. Gli enti del Triveneto uniti per una viticoltura più sostenibile. Rinnovo della piattaforma varietale e del miglioramento delle tecniche di coltivazione della vite, con l’obiettivo primario di migliorare la sostenibilità della viticoltura dal punto di vista ambientale, economico e sociale: è questo l’obiettivo dell’accordo sottoscritto dalle Università degli studi di Padova, Verona e Udine, la Libera Università di Bolzano, l’IGA Udine, la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige e il CREA Viticoltura ed Enologia di Conegliano.

Il protocollo, firmato lo scorso 14 dicembre a Pordenone nell'ambito di Expo Rive 2017, il Salone internazionale dedicato alla viticoltura e all’enologia, è preliminare ad una raccolta di fondi che vedrà tutti gli stakeholder, pubblici e privati, coinvolti nel finanziamento di un piano di lavoro di durata almeno quinquennale. Con questa firma, le università e gli enti di ricerca sulla vite e sul vino del Triveneto hanno dichiarato il loro comune impegno verso lo sviluppo di un progetto di ricerca dal titolo “Viticoltura 4.0”.

Le sette istituzioni rappresentano eccellenze a livello nazionale ed internazionale che hanno già dato importanti contributi nella ricerca in viticoltura che si sono anche già tradotti in applicazioni con un notevole impatto sul settore vitivinicolo del Triveneto e nazionale.

Dieci anni dopo il notevole risultato ottenuto dalla ricerca italiana con il sequenziamento del genoma della vite, che ha visto protagonisti i “magnifici 7” della ricerca, questo accordo rappresenta un’altra pietra miliare su cui costruire il futuro della viticoltura. Da qui in avanti lavorare congiuntamente su questi temi di ricerca consentirà di mettere a fattor comune risorse intellettuali e strumentali e grazie a ciò accelerare il processo di trasferimento dei risultati della ricerca dai laboratori ai vigneti con benefici per i viticoltori, per i consumatori e per l’ambiente.

Nel secondo giorno di Expo Rive 2017, evento che si è svolto dal 12 al 14 dicembre, il pomeriggio è stato interamente dedicato alla viticoltura 4.0. Riccardo Velasco, Direttore del CREA di Conegliano, ha coordinato esperti di livello internazionale, tra cui il direttore dell’Institute for Grapevine Breeding al Julius Kühn Institut di Geilweilerhof , il prof. Reinhard Toepfer, Marco Stefanini (Fondazione Edmund Mach), il prof. Lucio Brancadoro (DiSAA Milano), il prof. Michele Morgante (direttore IGA Udine), il prof. Stefano Cesco (Libera Università di Bolzano), il prof. Paolo Balsari (Università di Torino). Al centro dell’attenzione il rapporto tra ricerca e vigneto nel prossimo futuro e, in particolare, la viticoltura di precisione e la tecnica del genome editing, che consente di modificare le varietà già esistenti senza intaccarne l’identità genetica, ma migliorandone la resistenza alle malattie. “La viticoltura – ha spiegato Morgante – deve far uso di nuove tecnologie derivate dalla ricerca genetica per continuare a usare le varietà tradizionali e diventare più sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale. Perché l’innovazione passi dai laboratori alla cantina ci deve essere una certezza normativa ed è necessario che l’Unione Europea regolamenti questo settore”.













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