Adunata di Bolzano: seimila penne nere da tutto il Trentino

Il presidente Pinamonti: «Aiuteremo gli amici dell’Alto Adige. Per noi sarà la prova generale per il centenario del 2018»


di Roberto Gerola


TRENTO. «Contiamo di superare i seimila all’adunata nazionale a Bolzano». Così il presidente della sezione di Trento, Maurizio Pinamonti. «Perché, per le penne nere trentine, Bolzano rappresenta una prova generale per l’adunata che diamo per il 2018, l’anno del centenario dell’annessione all’Italia, l’anno del centenario della fine della Grande Guerra». E questo è anche il messaggio che Pinamonti trasmette di gruppo in gruppo, di valle in valle, per “scaldare” gli animi. Per la verità, l’entusiasmo è già alle stelle, perché succede così ogni volta che c’è un’adunata. Tutte precise, tutte diverse anche se a distanza di anni torni negli stessi luoghi. Tutte precise perché, la routine che precede la giornata fatidica è ormai entrata nel sangue dell’alpino. Significa interessarsi della “location” si direbbe ora, in pratica del posto dove stendere una brandina e dormire (poche ore) tra una giornata e l’altra alla vigilia della sfilata. Ognuna è diversa dalla precedente perché incontri tante penne nere, fai conoscenza, stabilisci rapporti di amicizia, magari un futuro gemellaggio. E’ successo per esempio al gruppo Ana di Castagné, a Pergine.

All’adunata di Bergamo (edizione 2010) , le penne nere di Vittorio Bernardi (capogruppo) erano stati ospitati dal gruppo Ana di Bagnatica (a breve distanza da Bergamo). Ebbene, ne è nata una stretta amicizia sfociata l’anno scorso in una vero e proprio gemellaggio tra gruppi e quindi con la “benedizione” delle rispettive sezioni Ana. E l’amicizia è proseguita con scambi di visite in varie occasioni. Così ci si conosce tra alpini e poi ci si ritrova e ritrova ancora. E al seguito vengono le famiglie, gli amministratori pubblici, insomma la comunità.

Tutto questo viene moltiplicato in modo esponenziale se si pensa alle migliaia di gruppi partecipanti.

Anche questo è “adunata”, anche questo è essere alpini perché l’amicizia è un valore che va di pari passo con la solidarietà e l’aiuto. E l’aiuto delle penne nere trentine in occasione dell’Adunata a Bolzano è stato anche quello di “lavorare” in squadre per allestire i campi di accoglienza delle penne nere provenienti da tutt’Italia. Ce lo conferma il presidente Pinamonti. «I soci della sezione Alto Adige non sono molti, sfiorano i tremila - dice Pinamonti -, perciò hanno chiesto aiuto. L’organizzazione dell’adunata è piuttosto complessa: luoghi d’accoglienza, servizio d’ordine, sfilata, mense, cerimonie; tutto deve svolgersi con precisione, senza incidenti di percorso. La stessa sfilata che vedrà migliaia di penne nere opportunamente inquadrate per zone di provenienza deve essere predisposta fin dal mattino e occorre che ci siano i responsabili cui far riferimento. C’è un lavoro, dietro, che deve essere preparato a tavolino perché non ci siano sorprese. E occorrono tanti alpini. E noi siamo accorsi a dare una mano». Tutto questo è l’adunata dietro le quinte. Poi c’è l’emozione di sfilare.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano