«Adunata 2018, i critici non capiscono»

Il sindaco Andreatta contro i detrattori. Pinamonti agli Schützen: «Non agiamo mai per squallido tornaconto personale»


di Roberto Gerola


TRENTO. «Quella parte di trentini che esprimono perplessità nei confronti dell’Adunata nazionale del 2018, è sempre più inascoltata e flebile; sono resticcioli quelli che criticano». Queste le prime parole di Alessandro Andreatta, sindaco di Trento, che ieri ha aperto la serie di interventi all’annuale assemblea degli alpini trentini, in una sala della Cooperazione con oltre 700 delegati. E ancora: «Chi è critico conosce poco o nulla degli alpini, di Trento, del Trentino, dell’Italia e dell’Europa». Sono state parole eloquenti quelle espresse nei confronti dei detrattori dell’Adunata da Andreatta ma anche dall’assessore provinciale Mauro Gilmozzi, intervenuto a nome del presidente Ugo Rossi ancora convalescente per una polmonite. Gilmozzi ha ricordato che gli alpini, a differenza di altri, hanno in sè il valore della memoria: «Una memoria universale che rappresenta un valore di tutti. Un vero valore alpino che unitamente alla solidarietà, non ha distinzioni».

Il tema dei “detrattori” dell’Adunata ha trovato espressioni anche nell’intervento del presidente Maurizio Pinamonti: «L’Adunata 2018 sarà un’adunata 2.0 per le tecnologie che verranno impiegate e le modalità organizzative, che non sono certo più quelle dei primordi alpini. Anche gli alpini e i loro eventi debbono guardare al futuro e adeguarsi. Ma al 2.0 che distingue l’innovazione non tralasceremo l’altra simbolica cifra di questa Adunata. Il 1918 cui legheremo il ricordo per i Caduti d’ogni nazione belligerante e per quanti soffrirono a causa della guerra. Gli alpini sono incarnazione certo di un passato storico, ma adusi a vivere pienamente il presente e guardare con curiosità al prossimo futuro, senza polemiche, senza partigianerie, politiche e senza tornaconti elettorali. Non vogliamo scendere in basse polemiche con poche e isolate voci. Ma certo chi si ostina a guardare indietro per non affrontare il mutamento dei tempi, prima o poi rischia di sbattere contro un palo, o perdere il senso di lealtà, prima di tutto verso i cittadini». E nel finale è arrivata una frecciata per gli Schützen, laddove Pinamonti ha parlato delle numerose «iniziative che gli alpini tengono a promuovere senza vantaggi personali, sempre al fianco e nel rispetto delle istituzioni e della legge, non certo per uno squallido tornaconto personale. E chi ha orecchie per intendere...». Il tutto davanti al segretario del Patt Franco Panizza e al capogruppo in consiglio provinciale Lorenzo Ossanna.

Andreatta, Gilmozzi e il vicepresidente del consiglio provinciale Walter Viola hanno sottolineato che «senza alpini non avremmo potuto organizzare “Trento c’è per Amatrice” a fine ottobre” e sempre e gli alpini sono stati i primi ad aderire all’iniziativa di farsi carico della manutenzione di lembo della nostra città. Il loro contributo e visione del bene comune è unico».

L’agire degli alpini trentini è emerso dalla relazione di Pinamonti: «La solidarietà alpina, ha detto, è stata portata avanti da oltre 200 Gruppi sparsi nelle valli e nelle città e dagli 11 Nu.Vol.A. che hanno lavorato per interventi gratuiti a favore del prossimo, per quasi 110.000 ore e quasi 255.000 euro devoluti in beneficenza; ci sono 1.103 donatori di sangue; a livello nazionale nel 2015: 2,1 milioni di ore di lavoro (tradotte in 58 milioni di euro) e 5,4 milioni in beneficenza».













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