Addizionale Irpef a Trento, stop della maggioranza

Secco no di Upt, Udc, Leali, Verdi e Idv: «Non è il momento di nuove tasse»


Chiara Bert


TRENTO. «Non è il momento di aumentare le tasse, ci sono ancora tagli da fare». Il messaggio che arriva alla giunta dalla maggioranza è secco: no all'addizionale Irpef. Contraria l'Upt, ma anche tutti i partitini, Leali, Udc, Verdi, Idv. Non chiudono la porta invece Pd e Patt: «Nessuna preclusione, occorre capire la situazione». La strada per il sindaco Andreatta si fa dunque in salita. La proposta della giunta - che martedì si è riunita in seduta straordinaria - prevede l'introduzione dell'addizionale, sbloccata dal decreto sul federalismo fiscale. Una possibilità che, visto il quadro delle finanze, palazzo Thun ha deciso di sfruttare senza attendere il 2013, quando era stata prevista per un gettito di 3,3 milioni di euro. L'ipotesi prevederebbe l'aliquota più bassa, lo 0,2%, con esenzione dei redditi fino a 20 mila euro. Giunta compatta, ma ora comincia la parte più difficile, convincere la maggioranza: perché senza una coalizione compatta non è pensabile portare in aula una proposta di questa portata.L'operazione, a giudicare dalle reazioni all'annuncio, si prospetta difficile. «Assolutamente non ci siamo», commenta il capogruppo Upt Franco Micheli, «non è il momento di aumentare le tasse». «L'addizionale è stata ipotizzata per il 2013 e noi restiamo di quell'idea. Troppo facile tassare, prima di toccare le tasche dei cittadini dobbiamo ridurre le spese e le opere pubbliche. I margini per i tagli non sono finiti. I tempi saranno sempre più duri e allora cosa faremo, aumenteremo ancora di più le tasse?». Reazioni che, con sfumature diverse, accomunano anche molte altre forze della coalizione. Contrarissimo da sempre Dario Maestranzi (Leali): «Se arrivasse questa proposta voterò contro. Si apre una breccia pericolosa, non sono i 20 euro da pagare oggi, è che domani diventeranno 30 e poi 50». Quali le alternative? «Vorrei sentire una critica forte del Comune alla politica provinciale, che ha ancora soldi per finanziare gli Schützen e per tante regalie a sindaci amici. Il Comune ha partecipazioni in aziende che valgono tanto e rendono poco, come le Farmacie: le venda. E così si faccia per gli immobili. Piuttosto dell'addizionale Irpef si mettano tasse di scopo per singole opere».No anche da Giovanna Giugni (Idv), che bolla l'addizionale come una «scelta nefasta»: «Tagliamo ancora sui contributi, non si può aiutare qualcuno e poi chiedere a tutti. È un momento duro per le famiglie, prima si tagli tutto il tagliabile. E si dimezzino i gettoni dei consiglieri e dei rappresentanti nelle partecipate». «Sono consapevole del momento difficile, ma mi spaventa l'idea di introdurre un'altra tassa che pagherebbero lavoratori e pensionati, in un momento di crisi e aumenti», osserva Lucia Coppola (Verdi). Per Paolo Zanlucchi (Udc) l'addizionale Irpef è «una strada vecchia, un segnale sbagliato»: «Siamo contrari a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Andiamo a vedere gli sprechi, qualche rametto secco da tagliare c'è ancora». Chi non chiude le porte è il Pd. La capogruppo Ivana Di Camillo parla a titolo personale, in attesa di un confronto di gruppo: «Occorre essere responsabili e prendere atto della situazione, che è pesante e non dipende dal Comune. Tagli ne sono stati fatti, se qualcuno ha altre proposte le faccia, ma da qualche parte le risorse dobbiamo prenderle». Nessuna preclusione neanche dal Patt. «Ho parlato con l'assessore Condini - spiega Fabio Armellini - non sono decisioni facili. Sono convinto che qualche limatura alle spese, senza toccare i servizi, si possa fare. Ma se non ci sono alternative noi non siamo pregiudizialmente contrari».

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano