edilizia

Addio Superbonus, l’allarme dei sindacati trentini: posti a rischio

Mobilitazione nazionale, una delegazione trentina alla manifestazione di Torino
«Riformare il sistema: così è impossibile per famiglie a basso reddito avere una casa sana»



TRENTO. «Alla luce dei vari provvedimenti del Governo sul Superbonus, il settore costruzioni rischia un netto peggioramento dell'occupazione e della qualità del lavoro, con gravi impatti sull'ambiente e sulla possibilità di rigenerare quartieri e periferie, senza raggiungere così gli obiettivi Onu e dell'Unione europea per le città sostenibili». Lo affermano i segretari sindacali di Fillea Cgil e Feneal Uil del Trentino, Giampaolo Mastrogiuseppe e Matteo Salvetti, intervenendo in conferenza stampa sulla mobilitazione lanciata a livello nazionale.

Per i sindacati edili «Dall'analisi dei dati di Cassa edile emerge che con il superbonus sono cresciute le imprese attive e gli addetti del settore. Nell'anno ape 2021/2022 (l'anno "Ape" va da ottobre a settembre dell'anno successivo) si contano 13.177 addetti e 2099 imprese attive. Nell'anno della nascita del superbonus, 2019/2020, i lavoratori erano 10.732, Le imprese attive 1814. Dunque un incremento di 2.445 lavoratori e 285 aziende che si potrebbero perdere con la cancellazione degli sgravi fiscali. Parliamo di una possibile contrazione del 18% di lavoratori che producono, una massa salari di 20 milioni di euro sui quali si perderebbe anche la relativa imposta».

Alla luce di questa situazione, a livello nazionale e locale, i sindacati hanno messo nero su bianco una serie di proposte che saranno anche al centro del percorso di mobilitazione che vedrà il 1° aprile in cinque città. Una delegazione del Trentino sarà a Torino.

Fillea e Feneal chiedono politiche industriali, stabili e durature per il settore delle costruzioni, per difendere l'occupazione esistente e crearne di nuova, per riqualificare e rigenerare il costruito, per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica, sicurezza antisismica, sostenibilità ambientale decisi dall'Onu e dall'Europa.

Le due sigle sindacali sollecitano la modifica del decreto 11/2023 sui bonus edili, che rischia di distruggere 100 mila posti di lavoro e soprattutto di escludere milioni di cittadini a basso reddito dalla possibilità di avere una casa più vivibile e sicur. La cessione del credito e lo sconto in fattura devono essere garantiti per i redditi medio-bassi (Isee inferiore ai 30 mila euro), per i condomini e per chi vive nelle periferie, le case popolari.

I sindacati chiedono anche vincoli stringenti sull'obbligo di applicare e rispettare i contratti nazionali dell'edilizia in tutti gli appalti, a partire da quelli per i lavori pubblici, migliorando nuovo Codice degli Appalti contro ogni forma di dumping contrattuale, lavoro irregolare, infiltrazioni criminali.

 













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