Addio a Daniele: stroncato da un tumore a 16 anni

Atleta del tiro a segno ha gareggiato anche domenica scorsa. La promessa al suo allenatore: «Alla prossima gara spacco...»


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. «Questa volta è andata così, ma alla prossima gara spacco...». Poche parole che danno la misura della determinazione e della voglia di vivere di Daniele Azzolini, atleta del Tiro a segno di Rovereto. Ma per Daniele, purtroppo, una “prossima gara” non ci sarà più. Ha gareggiato e lottato con forza e dignità contro una terribile malattia che lo aveva colpito nel 2012 e questa volta ha dovuto arrendersi. Daniele è morto l’altra sera nella sua casa in via Cisterna a Lizzana all’età di soli 16 anni assistito dalla mamma Lara, dal papà Valentino e dal fratello Roberto. Tutti i suoi sogni di ragazzino “giù grande” si sono spenti sul suo volto sorridente quando ormai la malattia ha avuto il sopravvento. «Un ragazzo coraggioso, combattente, che sapeva vedere il lato positivo della vita nonostante le sofferenze. Non dovrei dirlo io che sono sua madre - si schermisce Lara - ma Daniele era davvero così».

Dopo le medie si era iscritto a S. Michele perché il suo obiettivo era quello di diventare tecnico agrario specializzato in viticoltura ed enologia. Ma il primo ottobre del 2012 quella terribile malattia aveva mandato i suoi “segnali”. Dalle prime visite con il terribile responso al calvario in vari ospedali (da Rovereto a Trento, da Villa Rosa a Verona ad Aviano...). «Abbiamo provato tutte le terapie possibili e immaginabili, ma anche quando Daniele era a casa e le sofferenze aumentavano, non si è mai perso d’animo. Domenica scorsa - racconta ancora la mamma - ha voluto partecipare ad una gara di tiro a segno a Caldaro. L’ultima sua gara...»

Che Daniele avesse una marcia in più lo confermano Giancarlo Tosi e Roberto Saiani, coordinatore degli allenatori e personal coach, del Tiro a segno di Rovereto. «Uno spirito eccezionale, un atleta con la A maiuscola, una voglia di fare eccezionale, un combattente che non voleva arrendersi mai, correttissimo con gli avversari e pignolo all’inverosimile con la sua attrezzatura...» così lo ricordano Toso e Saiani. Daniele Azzolini, agonista juniores con la carabina ad aria compressa, per le sue capacità aveva partecipato ad un raduno di specializzazione con soli 50 atleti da tutta Italia. Poi in seguito alla malattia aveva ottenuto la certificazione per gareggiare sulla sedia a rotelle. «Ha dato una lezione di vita per il mondo del tiro a segno - afferma Saiani - . A Caldaro aveva dato il massimo, ma contava di fare di più alla gara dell’11 maggio a Merano. Oltre ad una mamma determinata come lui, con Daniele c’era tutto il poligono che ha sempre dimostrato una grande sensibilità». E oggi alle 16 nella chiesa di Lizzana saranno davvero in tanti a salutare per l’ultima volta Daniele.

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