Ad Arco spuntano tre finti autovelox

Goliardica contestazione (con rivendicazione politica) del limite dei 30 all’ora: «Servono solo per incassare multe»


di Gianluca Marcolini


ARCO. Goliardate simili, ad Arco, era un po' di tempo che non se ne vedevano. Uno scherzo in piena regola, degno di un Pesce d'aprile coi fiocchi. Alla Bruno “Piuma” Calzà, per intenderci, o alla Mario Matteotti (che invece, ne parliamo sopra, porterà in trasferta in Emilia il suo carnevale). Una burla ben riuscita, visto che in molti ci sono cascati con tutte le scarpe o per meglio dire con tutte le ruote. E pensare che l'intento degli autori non era tanto quello di far ridere la gente o di prendere in giro qualcuno. L'installazione, ieri mattina, di una serie di falsi autovelox sulle vie del centro di Arco voleva essere una provocazione e anche una protesta nei confronti di una iniziativa che non mancherà di sollevare accese polemiche: la decisione della giunta arcense di mettere sotto controllo il traffico transitante nella cinta urbana della città posizionando alcuni speed-check, gli autovelox fissi (solitamente di colore arancione) che pizzicano e multano chi pigia troppo sull'acceleratore. Nel caso in questione chi supera il limite dei 30 chilometri orari fissato dall'amministrazione comunale, punto cardine del piano urbano della mobilità.

Mostrando notevole fantasia, un gruppo di giovani che alle scorse elezioni comunali aveva candidato nelle liste del Pdl e della civica Siamo Arco si è messo in moto prima del risveglio del traffico cittadino. Capitanati dai consiglieri comunali Claudio Del Fabbro e Simone Migliavacca, i burloni hanno installato dei finti autovelox realizzati con scatole di cartone formato lavatrice e colorate di arancio. Da lontano rassomiglianti ai veri “speed-check”, a tal punto che molti automobilisti sono caduti nel tranello, compresi persino alcuni assessori rimasti di stucco per il varo “anticipato” dell'operazione. A tutti, però, è bastato osservare da vicino questi fantomatici autovelox per comprendere che di burla si trattava. Oltre alle scritte “Oggi autovelox di cartone, domani con quelli veri un bel multone” e “Autovelox speciale: visti i limiti bassi non fa foto ma ritratti ad olio”, anche la faccia dell'assessore Roberto Bresciani appiccicata al posto di quella di un vigile minaccioso con dito puntato sulla strada. Una provocazione rivendicata dagli stessi autori, con tanto di nomi e cognomi (oltre a Del Fabbro e Migliavacca anche Stefano Mandelli, Nicola Garbari, Gianni Bertamnini, Silvana Lutterotti, Barbara Simeoni, Daniele Braus, Enrico Angelini): «Riteniamo che regole e limiti sensati non necessitino di metodi coercitivi per l’osservanza. Come prossima iniziativa stiamo pensando ad un concorso per il maggior contribuente della casse pubbliche dopo un breve periodo dall’introduzione degli autovelox: al vincitore come consolazione pagheremo la prossima multa».













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