A22, a rischio tasse per 15 milioni

Se dovesse vincere una società di fuori non ci sarebbero i nove decimi



TRENTO. Ormai è certo: la concessione dell'A22 andrà in gara. Ma per averla bisognerà sborsare 104 milioni all'anno. Se il bando dovesse vincerlo qualcun altro, oltre a dividendi e investimenti sul territorio, Trento e Bolzano rischiano di perdere anche le imposte pagate dall'A22. Se, infatti, la società vincitrice non avesse la sede in Trentino Alto Adige non si attiverebbe il meccanismo dei nove decimi.

L'amministratore delegato Paolo Duiella lo sa: «La nostra concessione fa gola a molti». L'Autobrennero è una società in salute: ricavi di oltre 330 milioni, un utile superiore ai 60, ricchi dividendi distribuiti quasi ogni anno. Quasi, perché i 21 milioni dell'utile 2010 destinati inizialmente agli azionisti sono ancora congelati.

Oggi il cda dell'A22 deciderà quando convocare l'assemblea dei soci per decidere il da farsi: «L'assemblea la faremo entro il 30 settembre, saranno i soci a scegliere se distribuire i dividendi oppure no», anticipa Duiella. Si discuterà anche di altre questioni: il tesoretto accantonato per il tunnel del Brennero e i preparativi per il bando di gara che dovrebbe essere pubblicato a giorni dall'Anas.

Sul primo punto la differenza di vedute con il governo è evidente. «Sono soldi degli azionisti», dice Duiella. Ma Mauro Fabris, commissario governativo del Brennero, è categorico: «I 500 milioni sono già stati impegnati con due distinte delibere del Cipe, entrambe registrate dalla Corte dei conti e pubblicate sulla gazzetta ufficiale: 400 sono destinati al tunnel, 100 alla tratta di accesso Ponte Gardena-Fortezza. Chi oggi dice che quei soldi potrebbero non essere utilizzati per il tunnel ma destinati ai soci dell'A22, contraddice la Corte dei conti».

Per Fabris non solo è fuori dubbio che i 550 milioni che saranno accantonati entro il 2014 dall'A22 dovranno andare a finanziare l'Eurotunnel, ma anche gli accantonamenti futuri non saranno un problema. «Per il finanziamento del tunnel ferroviario il nome del concessionario dell'Autobrennero è ininfluente. Per legge è definito che chi vincerà la gara dovrà destinare al traforo 34,4 milioni all'anno per tutta la durata della concessione. Concessione che vale 568 milioni e per la quale dovranno essere versati altri 70 milioni all'anno fino a quando sarà raggiunta questa cifra».

In pratica, questo significa che il concessionario dovrà pagare 104 milioni all'anno per i primi otto anni. «È una somma importante - dice Fabris -, soprattutto per un privato. Le Province di Trenmto e Bolzano sono favorite, perché oltre agli utili incassano anche gran parte delle imposte pagate dall'Autobrennero. Quindi partono favorite: la smettano di lamentarsi e si adeguino alle regole della concorrenza che valgono in tutta Europa».

La gara non fa paura («conosciamo il territorio meglio di tutti e i nostri azionisti sono enti pubblici», sottolinea Duiella), ma il rischio di perdere la concessione comunque c'è. «Per Trento e Bolzano - spiega il presidente dell'A22 Walter Pardatscher - significherebbe perdere la governance di un'azienda che ha sempre investito molto sul territorio». Inoltre ci sono gli utili e i dividendi, e - come ricordava Fabris - le imposte.

La sede legale dell'A22 è a Trento, ma per evitare polemiche, Dellai e Durnwalder si sono accordati sulla divisione alla pari dell'importo che resta sul territorio. «Per il 2010 - spiega il caporipartizione finanze della Provincia di Bolzano, Eros Magnago - ognuna delle due Provincia ha incassato 7,3 milioni». E a rischio c'è pure il prestigio di una società che in regione è sempre stata sinonimo di soldi e potere.

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