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A rischio i "nonni vigile"

La norma che vieta il lavoro retribuito ai pensionati mette in pericolo il servizio. Ma alcuni hanno già accettato di garantire la sicurezza degli alunni gratis



TRENTO. A rischio i "nonni vigile" a causa della norma nazionale che vieta incarichi retribuiti nella pubblica amministrazione da parte dei pensionati. Il problema è esploso nel corso dell'incontro del sindaco Alessandro Andreatta con  i “nonni vigili”, i pensionati che da anni assicurano la vigilanza davanti agli istituti scolastici cittadini.

Al centro dell'incontro, il recepimento da parte della Provincia di Trento della normativa nazionale in base alla quale i lavoratori in pensione non possono assumere “incarichi di collaborazione organizzata retribuiti” nella Pubblica Amministrazione. La legge si applica anche ai “nonni vigili” che, per il loro impegno, articolato in tre momenti della giornata – mattino, mezzogiorno e metà pomeriggio - percepivano poche centinaia di euro mensili.

D'ora in poi il servizio sarà possibile solo su base volontaria per i pensionati oppure potrà coinvolgere i disoccupati o ancora essere svolto tramite una convenzione con un'associazione.

“Una legge che non fa il bene della nostra città – ha dichiarato il sindaco agli anziani – Mi dispiace, il vostro è un servizio prezioso, molto apprezzato dai bambini, dalle famiglie, dalle scuole, dalle Circoscrizioni. Per questo adesso sarà difficile fare senza di voi”.

L'Amministrazione comunale si è impegnata a trovare quanto prima una soluzione alternativa. Fino a che non sarà individuata la formula più opportuna, alcuni “nonni vigili” hanno dato la disponibilità a continuare il servizio di vigilanza su base volontaria. A tal proposito si sta valutando la possibilità di assicurare un rimborso delle spese di trasporto da casa fino alla scuola da presidiare oltre all'assicurazione in caso di infortunio e di danni a terze persone. 













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