A Peio le elementari "fatte in casa"

I genitori di dieci bambini si sono mobilitati contro il trasferimento all’istituto di Cogolo


Jacopo Tomasi


TRENTO. Non suonerà la campanella. Non ci saranno i bidelli. E non ci sarà nemmeno la scuola, visto che le lezioni si terranno in un'abitazione privata. Per i bimbi, però, l'emozione sarà la stessa. Forse anche di più, perché saranno nel loro paese, con i loro "amichetti".

Siamo a Peio, dove una decina di famiglie hanno deciso di non iscrivere i loro figli alla scuola di Cogolo dopo la chiusura, avvenuta nel marzo scorso, delle elementari di Peio. La vicenda affonda le radici indietro nel tempo. La chiusura della scuola di Peio paese era prevista sin dal 2001. E da subito le reazioni erano state diverse, con molti genitori contrari. Dopo anni di discussioni e di rinvii, a marzo di quest'anno era arrivata la decisione definitiva. L'assessore Marta Dalmaso aveva annunciato la chiusura della scuola di Peio. I 22 alunni hanno finito l'anno scolastico, ma dal prossimo (ovvero quello che sta iniziando) si sarebbero dovuto trasferire al polo di Cogolo.

Dieci famiglie, però, si sono mobilitate e hanno deciso di farsi una loro scuola. All'inizio sembrava una iniziativa velleitaria, ma durante l'estate è stato messo a punto un progetto educativo ed ora sono davvero pronti a partire.

Così, lunedì 12 settembre, quando in tutte le scuole del Trentino suonerà la prima campanella, anche i 10 bambini di Peio, tra i 6 ed i 10 anni, entreranno nella loro scuola in paese. Le lezioni si terranno in una struttura privata, ma sarà una scuola a tutti gli effetti. I genitori sono d'accordo con dei volontari che daranno un loro contributo a titolo gratuito, facendo lezione e seguendo il programma ministeriale. Ecco, quindi, la scuola "parentale".

Per i genitori non si tratta di un capriccio. Sono convinti che sia importante per la qualità della vita dei loro figli non passare buona parte della loro giornata in viaggio o sullo scuolabus. È importante essere vicini a casa, poter pranzare con la famiglia. Ma, sotto sotto, c'è anche un altro motivo: tenere vivi i paesi di periferia e di montagna. Senza una scuola, senza i bambini, un paese muore. Peio, con la sua scuola particolare, sarà invece un paese più vivo. Come dice il sito internet della scuola: www.scuolapeioviva.it.













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