«È stato riconosciuto il nostro lavoro»

TRENTO. Dottor Ioppi, si aspettava questo risultato, visto che gli sfidanti prima delle elezioni erano due e Marco Bortot aveva dato indicazione di votare per Eccher? Ero ottimista, perché c’era la...


di Sandra Mattei


TRENTO. Dottor Ioppi, si aspettava questo risultato, visto che gli sfidanti prima delle elezioni erano due e Marco Bortot aveva dato indicazione di votare per Eccher?

Ero ottimista, perché c’era la convinzione di avere un buon programma e persone molte qualificate nella lista. Certo, il risultato è sempre inaspettato, ma ero abbastanza tranquillo.

Cosa ha pesato di più in questa affermazione: il programma o i nomi dei candidati?

La lista era in gran parte formata da professionisti nuovi e molti di loro sono giovani. Ho voluto mantenere dei punti di riferimento perché era giusto mantenere una memoria storica. Sono Giovanni de Pretis, Guido Cavagnoli, Monica Costantini e Maurizio Del Greco. Penso che questi nomi, uniti a quelli nuovi, abbiamo determinato il successo. Basti pensare che tutti e 15 costituiranno il consiglio direttivo, perché hanno ottenuto tutti più voti dell’altra.

Come legge il risultato delle elezioni?

Penso che le polemiche non abbiamo aiutato (Ioppi si riferisce ai contrasti all’interno dell’ordine per alcuni consiglieri risultati assenti ingiustificati in alcune riunioni, ndr.). Sono stato confortato dalla norma, perché non c’era nessuna legge per cui si potesse sospendere un collega che si era dovuto assentare. Penso che il risultato riconosca l’impegno che abbiamo messo in questi tre anni. Ed è stato riconosciuto valido il nostro programma.

Può ricordare alcuni punti del suol programma?

Noi puntiamo molto sul coinvolgimento e la valorizzazione del medico ed il medico a sua volta deve agire con competenza, professionalità ed umanità. L’ordine si impegnerà soprattutto per far capire al cittadino che la sanità pubblica è un patrimonio inestimabile. Si deve recuperare in questo senso il rapporto di fiducia medico paziente, dobbiamo puntare sulla prevenzione e soprattutto sui giovani medici, che devono avere quell’impegno, quella dedizione e quell’entusiasmo che solo chi ama il prossimo può dimostrare.

Ed le polemiche sorte sulla scuola di medicina generale?

Quest’anno sono aumentati gli iscritti e noi siamo un riferimento a livello nazionale, visto che è stata firmata una Carta di Trento, che dà indicazioni sui programmi. C’è stato un periodo travagliato, ma ora c’è un direttivo qualificato che gode della considerazione degli allievi e dei professionisti.

Il vostro impegno maggiore?

Dobbiamo insistere che la sanità non può essere un’attività commerciale e non si può ragionare sui servizi con il pareggi di bilancio.















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