LA RIVOLUZIONE

Segretari comunali nominati (e licenziati) dai sindaci

Blitz in consiglio provinciale della Lega che fa passare un emendamento che cambia la prospettiva della gestione dei Comuni. LEGGI ANCHE: Le minoranze si arrabbiano



TRENTO. I segretari comunali potranno essere scelti, e licenziati, dai sindaci. E' il frutto di un emendamento blitz della maggioranza in consiglio regionale.

Assente il presidente della Regione Svp Arno Kompatscher, Maurizio Fugatti, nella veste di vice, ha avuto campo aperto per portare a casa un cambiamento discusso da decenni e che sarebbe stato arduo ottenere attraverso un cammino più partecipativo.

Per introdurre il doppio albo dei segretari, e per rendere sostituibili quelli a tempo determinato, è stato scelta a formula di un emendamento alla collegata al bilancio del Consiglio regionale. La prima firmataria? Alessia Ambrosi, Lega.

L’albo dei segretari comunali è articolato in due sezioni. Nella prima verranno iscritti, su richiesta, gli abilitati alla funzione di segretari comunali, nella seconda saranno iscritti di diritto i segretari già in servizio a tempo indeterminato.

Fatti gli elenchi i segretari saranno assunti a tempo determinato, corrispondente al mandato del sindaco. Con il nuovo consiglio comunale cessa automaticamente l’incarico. Ma c’è di più: l’incarico può essere revocato anche nel corso della legislatura dal consiglio comunale su proposta del sindaco in caso di valutazione negativa del suo operato per tre anni di fila. Allo stesso modo il segretario può rinunciare all’incarico per assumerne un altro. Tutto questo non si applica a chi ha un contratto a tempo indeterminato.

Dura la reazione del centrosinistra. Per Giorgio Tonini, Pd, si è trattato di una questione di correttezza e di fair play: «Non si può presentare una riforma di un sistema attraverso un emendamento introdotto nella notte. Esistono strumenti normativi che rispettano questa aula ed i suoi consiglieri. Adesso il segretario bravo sarà quello che dice sempre di sì?».

Sulla stessa falsariga Ugo Rossi, Patt, che aveva presentato in questa legislatura un disegno di legge sul tema: «Il problema c’era ma si era detto che l’avrebbe affrontato la giunta regionale. Per questo avevo ritirato la mia proposta».













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