Venturini resta grave, slitta l’interrogatorio 

Il trentunenne accoltellato dalla fidanzata non è ancora in grado di rispondere alle domande



ROVERETO. Rimangono gravi le condizioni di Ruben Venturini, ricoverato all’ospedale all’alba di domenica in seguito a una profonda ferita all’addome infertagli dalla fidanzata durante un litigio. Il trentunenne pizzaiolo, nonostante non paia più in pericolo di vita, non è ancora in condizioni di sostenere un interrogatorio, e la Procura ha dovuto rinviare l’audizione del testimone a quando lo stato di salute lo consentirà. Nel frattempo tutti gli elementi fino a qui raccolti sono stati trasmessi all’ufficio del sostituto procuratore Fabrizio De Angelis, che coordina l’indagine. Sull’episodio in sé non ci sono particolari dubbi: la ragazza, fuggita in un primo momento, ha raggiunto poi Venturini, che si era recato al pronto soccorso accompagnato dalla madre. In ospedale, la giovane era stata fermata dai carabinieri, che l’avevano interrogata in caserma. Lei ha raccontato di aver litigato con il fidanzato e di aver temuto per la propria incolumità. Temeva di essere aggredita da lui ed avrebbe impugnato un coltello da cucina per difendersi, spingendolo nella pancia di Venturini come atto di difesa. La lama è penetrata nell’addome ed ha leso il fegato, provocando una pericolosa emorragia che solo i chirurghi del Santa Maria del Carmine sono riusciti a fermare, con un intervento d’urgenza. Il coltello è stato poi in effetti ritrovato a casa di Venturini, è stato sequestrato e repertato. C’è dunque un responsabile, peraltro reo confesso, e l’arma del reato. Tuttavia permangono molti dubbi sulle esatte circostanze e sulle motivazioni alla base del ferimento. La ragazza aveva in effetti dei graffi che facevano supporre una colluttazione, ma nelle proprie dichiarazioni si sarebbe contraddetta, consegnando agli atti delle incongruenze che ora gli inquirenti intendono chiarire. Per fare piena luce su quanto è accaduto all’alba di domenica nell’appartamento di via Baratieri dove risiede Venturini bisogna attendere perlomeno che il giovane ferito fornisca la propria versione dei fatti. C’è anche la possibilità che l’alterco sia stato surriscaldato dall’alcol, e su questo aspetto faranno luce anche gli esami di laboratorio a cui sono stati sottoposti entrambi i protagonisti della vicenda. Toccherà poi al magistrato, cartelle cliniche alla mano, stabilire il capo d’imputazione: lesioni gravi o tentato omicidio.













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