Tecnica innovativa in ortopedia: una protesi nell’osso dell’omero 

L’intervento dell’equipe roveretana con l’inventore professor Levy su un paziente che aveva subito un grave trauma alla spalla. Il primario Cortese: così un più rapido recupero funzionale dell’arto  


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Innovazione, professionalità e confronti a livello internazionali sono di casa nella divisione di ortopedia dell’ospedale di Rovereto guidata dal primario Fabrizio Cortese. Interventi innovativi con tecniche sempre meno invasive che consentono tempi di recupero sempre più veloci per i pazienti sono all’ordine del giorno. Uno degli ultimi interventi eseguiti al Santa Maria del Carmine ha riguardato la sostituzione protesica di spalla con una tecnica innovativa recentemente introdotta in Italia. Insieme ai medici della divisione di ortopedia ha seguito l’intervento addirittura un luminare del settore, il professor Ofer Levy, docente universitario di ortopedia e responsabile dell’unità di spalla presso l’ospedale di Reading (nel Regno Unito), che è stato invitato, in quanto ideatore di questa protesi, ad illustrare i concetti alla base di questa nuova metodica.

«In particolare questa protesi - come spiega il primario dottor Cortese - si impianta nell’osso dell'omero mediante una compattazione dello stesso, evitando di asportarlo se non in minima parte. Ciò consente una tecnica molto meno invasiva rispetto alle tecniche tradizionali e quindi un più rapido recupero della normale funzionalità». L’intervento è stato eseguito su un paziente giovane di 45 anni che in passato aveva subito un trauma con grave danno all’articolazione della spalla. Dopo diversi interventi eseguiti per recuperare inutilmente il movimento si è rivolto alla divisione di ortopedia diretta dal primario Fabrizio Cortese e dopo un accurato consulto si è deciso di procedere all’intervento di protesi che dovrebbe consentirgli un migliore risultato funzionale. La divisione di Rovereto, che esegue ogni anno molti interventi di sostituzione protesica di anca, ginocchio e caviglia presenta anche una importante casistica di protesi di spalla con 30 casi eseguiti nel 2016 e 28 fino ad ora nel 2017. La patologia della spalla viene seguita da un team specializzato, di cui fanno parte il dottor Cont, il dottor Perusi ed il dottor Rigoni. Il gruppo esegue ogni anno anche 90 procedure artroscopiche di spalla, quasi tutte presso l’Ospedale di Arco e svolge una attività ambulatoriale specifica per questo tipo di patologie presso l’Ospedale di Rovereto.

«L’intervento dell’altro giorno si inquadra nello sviluppo di nuove tecniche di sostituzione protesica che la divisione roveretana - spiega Cortese - persegue da alcuni anni. In questo contesto rientrano anche gli interventi di protesi di anca per via anteriore senza distacco dei muscoli e le protesi di ginocchio eseguite con tecnica mini-invasiva a risparmio dei tessuti superficiali. Nei prossimi mesi la divisione, nel quadro delle indicazioni aziendali, svilupperà anche le nuove metodiche di riabilitazione precoce secondo la metodologia “fast track”, nell’ottica di offrire ai pazienti un più veloce recupero funzionale ed un ritorno ottimale alla vita attiva». Le metodiche chirurgiche e riabilitative eseguite al Santa Maria del Carmine attirano anche pazienti provenienti dalle regioni vicine, circa 120 ogni anno, che si rivolgono agli ortopedici roveretani.

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