Slot machine, c’è chi dice no «Alla fine, i clienti apprezzano» 

L’incentivo comunale per levarle non ha inciso sulla scelta per Gaetano Digiesti e per Jessica Vicenzi Per Mauro Pisetti poi è addirittura sbagliato: «Penalizza chi non le ha mai volute vedere nel suo bar»


di Alberto Tomasi


ROVERETO. Slot machine? No, grazie. I commercianti che hanno deciso di rinunciare alle macchinette per il gioco d’azzardo, oppure che non le hanno mai volute nei propri locali, non sono molti, solo una piccola percentuale degli esercizi in centro. La prospettiva di un guadagno garantito e senza spese aggiuntive fa comodo, e si può capire. Eppure qualcuno c’è, ed è anche molto convinto di aver fatto la scelta giusta. Anche a costo di un non piccolo sacrificio economico. «Ho seguito il consiglio di mia moglie, che ha voluto che la nostra fosse una tabaccheria e basta, non una sala giochi. Economicamente ci ho rimesso, perché le slot portano guadagni, ma credo che così facendo ho elevato la qualità del negozio», spiega Gaetano Digesi dell’edicola di via Garibaldi, uno dei pochissimi commercianti che hanno deciso di sbarazzarsi delle macchinette per il gioco d’azzardo, e che, così facendo, ha potuto beneficiare dello sconto del 50 per cento sulla quota fissa della tassa rifiuti, offerto dal Comune. «Lo sconto c’entra fino a un certo punto, - precisa però Digesi - con le slot mi riempivo di gente ludopatica, mentre adesso tutti gli altri clienti mi hanno fatto i complimenti per la scelta. Sono anche stato fortunato: quando ho deciso di toglierle, l’ho fatto e basta, so di altri che vorrebbero, ma non possono farlo per vincoli di contratto».

«L’incentivo del Comune? Non lo trovo giusto, allora dovrebbero premiare anche a quelli che alle slot machine hanno detto no fin dal principio», osserva invece Mauro Pisetti, del Caffè Silver di via Paoli. «Il motivo? Per non mescolare l’attività del bar con quella del gioco. Per un periodo ho avuto il Superenalotto, la Sisal insisteva molto perché prendessi le slot, ma non ho mai ceduto» aggiunge Pisetti. Una linea di condotta condivisa anche da Jessica Vicenzi della tabaccheria poco distante, all’angolo di via Paoli e via Indipendenza. «Fin da quando abbiamo aperto, quattro anni fa, non abbiamo mai voluto mettere slot machine, e devo dire che i clienti abituali, qui ci si conosce un po’ tutti, hanno molto apprezzato la scelta».

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