«Regolamento su misura per Sgarbi presidente» 

Bufera sul vertice del Mart. La consigliera Ferrari (Pd): viene adattato per una celebrità Il critico d’arte: «È una incompetente. Tutto chiaro: il mio è un incarico senza deleghe gestionali»


Giancarlo Rudari


Rovereto. «Si vuole cambiare il regolamento per adattare una celebrità al ruolo di presidente di una importante istituzione culturale del Trentino. Io a queste cose non mi presto: non ho nulla contro Sgarbi ma non dobbiamo adattare le istituzioni alle persone». Sara Ferrari, consigliera provinciale del Pd, parla di «pasticcio Mart: un presidente senza deleghe è un consulente». La replica da parte del presidente Vittorio Sgarbi non si è fatta attendere: «Lei ed Alex Marini (l’unico ad aver votato contro la presidenza del museo al critico d’arte nd) sono due depensanti in carica nel consiglio provinciale uniti nella loro caparbia ignoranza nel contrastare il perfetto parere di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, il quale ha indicato che “l’incarico di presidente del Mart non ha deleghe gestionali” (al di là della mia persona), in quanto non è “amministratore di ente pubblico”,funzione delegata al direttore del Mart, che è “ente pubblico non economico senza fini di lucro, istituito allo scopo di custodire, conservare, valorizzare e promuovere lo studio e la conoscenza dell’arte moderna e contemporanea”, come ai due depensanti non sarebbe consentito per la loro acclarata e locupletata incompetenza. In maniera precisa Cantone ha stabilito che “circa l’incarico di presidente del cda del Mart, il regolamento non prevede attribuzioni gestionali”». Chiarissimo, no?

«La norma aggirata»

Per Sgarbi sicuramente, come lui stesso scrive, ma non per Sara Ferrari che vede nella modifica del regolamento del Mart «la volontà di creare un presidente senza deleghe per aggirare la norma. Ma così Sgarbi sarà un presidente azzoppato. Se passa questa linea va a finire che si faranno incarichi ad hoc magari per avere una celebrità. Io non mi prendo questa responsabilità e darò in commissione il mio voto negativo. Una modifica che è ridicola - spiega Ferrari - e sbagliata (perché stabilisce che il presidente del Mart non può gestire nulla del proprio museo); con una motivazione anch’essa ridicola e sbagliata (perché tutti gli enti hanno un cda e un direttore, e non per questo il presidente risulta privo di deleghe). Nel nuovo governo del cambiamento le istituzioni trentine vengono rimodellate, le regole riscritte perché si adattino ai profili delle celebrità che la Giunta ha scelto. Non ci presteremo a questa pagliacciata».

Marini applaude

Alla presa di posizione di Ferrari risponde soddisfatto Alex Marini (5 Stelle): «Si tratta di una posizione che io stesso ho assunto da tempo e che condivido in pieno... La scelta della maggioranza provinciale è caparbia e irragionevole e costituisce un evidente aggiramento della norma nazionale. Plaudo alla scelta di Sara Ferrari di prendere una posizione netta sulla questione, discostandosi così dalla linea accondiscendente scelta da suo partito che in commissione riguardo alla nomina di Sgarbi preferì astenersi piuttosto che votare contrario come mi ritrovai a fare in perfetta solitudine». Nessuna incompatibilità per Sgarbi parlamentare e presidente del Mart, aveva scritto Cantone il 19 aprile scorso, «a condizione che non vengano attribuite al presidente del cda del Mart specifiche deleghe gestionali». «Il regolamento non prevede attribuzioni gestionali, è chiarissimo: per qualunque presidente, non per me che, rispetto ai due depensanti, non percepisco stipendio, né indennità , in una dimensione culturale e morale ignota ai due inutilmente e dannosamente pagati (6000€ più rimborsi vari). La posizione di Cantone è chiarissima e tombale per i due inetti... con i loro argomenti inesistenti essi si rivelano onanisti, con la destra e con la sinistra. Io, prestando il mio impegno gratuitamente, sono stato non “imposto politicamente”,ma scelto culturalmente, per chiara fama, come a loro non sarebbe mai toccato, nel buio in cui annaspano le loro menti ottenebrate» conclude Sgarbi.













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