«Nessuna notifica, ma siamo sereni» 

L’assessore Graziola: verifiche legittime, ma abbiamo lavorato in modo lineare e possiamo dimostrarlo carte alla mano


di Giuliano Lott


ROVERETO. Al momento nessun atto è stato notificato dalla Corte dei Conti, né al Comune né al dirigente che ha firmato la delibera di affidamento dei lavori di ripavimentazione di via Fontana e Borgo Santa Caterina. Lo assicura l’assessore ai lavori pubblici Beppino Graziola, il quale spiega nel dettaglio: «Allo stato attuale , non risulta alcuna notifica dalla Corte dei Conti, né a carico dell’amministrazione pubblica né del dirigente incaricato. Abbiamo appreso la notizia dalla stampa e dalle testate on-line, e mi limito a rilevare come sia piuttosto anomalo e irrituale venire a conoscenza dell’esistenza di certi atti prima ancora che questi siano stati notificati ai diretti interessati. Atti che per la loro stessa natura, se si tratta davvero di contestazioni come riportato sui giornali, sono di tale delicatezza da dover rimanere riservati». Pertanto, a parere di Graziola, è prematuro rispondere alle contestazioni, dato che queste non sarebbero ancora state notificate agli interessati. Graziola ammette, non sarebbe certo piacevole ricevere contestazioni di questo tenore, ma l’assessore aggiunge anche che «non c’è alcun dubbio che la Corte dei Conti sia del tutto legittimata a verificare e controllare gli atti amministrativi che secondo lei sono origine di spese ingiustificate da parte del Comune. Dovere dell’amministrazione comunale è fornire tutte le spiegazioni e le informazioni richieste per chiarire la propria posizione». Nel merito è difficile intervenire, spiega l’assessore, in assenza di notifica e quindi di preciso osservazioni da parte dell’organismo di controllo. «Tuttavia sono convinto, e condivido questa convinzione con la giunta, che ogni cosa è stata fatta in maniera lineare e trasparente».

Se la notifica confermasse le obiezioni della Corte, aggiunge Graziola, «si tratterebbe di una richiesta di controdeduzioni, cioè di chiarimenti sulla vicenda dei lavori. Ma in questo caso, la situazione era descritta in modo ampio e circostanziato dalla stessa determina dirigenziale, che spiegava con dovizia di particolari le ragioni per le quali non è stato possibile ricorrere alle risorse interne». E la ragione, conferma Graziola, è il fatto che la grande quantità di progetti e opere pubbliche in corso è tale che nessun professionista dipendente del Comune era in grado di seguire un ulteriore incarico. Da qui la scelta obbligata di rivolgersi a professionisti esterni, un affidamento che secondo la Corte potrebbe aver provocato un danno erariale di poco meno di 21 mila euro, cioè la cifra corrisposta al progettista esterno incaricato dal Comune.

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