Mercatino di qualità? Carollo: «Risposta che mi fa sorridere» 

«Il bando ammetteva solo commercianti professionisti per le casette: nessuno spazio per artigiani o artisti»


di Luca Marsilli


ROVERETO. «La risposta data in Consiglio dall’assessore Ivo Chiesa è semplicemente inaccettabile. Una non risposta. E mi sembra che arrivati a questo punto, i roveretani, gli operatori economici, i partecipanti ai mercatini ed anche io avremmo diritto almeno di conoscere il perché di una decisione che ha penalizzato tutti».

Agostino Carollo ha appreso dal giornale che la ragione per cui la giunta Valduga, unica in tutto il Trentino, ha deciso di chiudere il mercatino di Natale il 24 dicembre invece di portarlo fino alla ormai normale scadenza del 6 gennaio, sarebbe dettata da una scelta di qualità. «Una spiegazione che mi fa sorridere, perché sottintende che esista una specie di equazione per cui accorciando i tempi di qualcosa, questa cosa diventi solo per questo migliore. E non ho mai sentito nulla di simile. Nel caso del mercatino poi, mi sentieri addirittura di sostenere il contrario: riducendo i tempi, si perde semmai attrattività nei confronti degli operatori e si subisce di più la concorrenza di altre località che possono offrire un periodo di lavoro più lungo. Prova ne sia che tutti gli operatori che hanno partecipato al mercatino di Rovereto, già a settembre hanno firmato l’impegno a prolungare la propria attività nell’ipotesi che il Comune avesse rivisto la decisione di chiudere il 24. E che fino all’ultimo, senza eccezione, hanno insistito perché si prolungasse l’apertura».

L’obiezione, sembra di capire, è che riducendo i tempo si poteva guadagnare l’interesse di operatori del territorio che magari non possono abbandonare per un mese e mezzo le proprie aziende. «E questo, se posso, è ancora più difficile da capire. Perché il bando prevedeva espressamente che le casette potessero essere affidate soltanto ad operatori professionali: gente che di mestiere fa il commerciante, con partita Iva e tutto il resto. Quindi né artisti, né hobbisti, né artigiani. Se vuoi un commerciante, cerchi qualcuno che di mestiere vende. E che ha quindi l’interesse, visto che di Natale ce n’è uno, a lavorare il più possibile in quello che è il periodo più importante di tutto l’anno. Nel bando non c’è traccia di un interesse per un tipo di proposta diversa da quella ormai classica dei mercatini. Né a me nessuno ha detto nulla: mi hanno solo chiesto di realizzare il mercatino senza alcun contributo (i soldi del Comune vanno a sostegno delle altre attività legate al Natale) e di collocarlo nelle piazze. Su chi è cosa non si è mai parlato».

In altre parole, se la scelta era questa non è stata accompagnata da alcun provvedimento, o almeno indicazione, coerente con quello scopo.

«Per questo la risposta non è accettabile. Il Comune ha perso denaro in tassa di occupazione di suolo pubblico, gli operatori del mercatino hanno perso incasso, i commercianti e il settore ricettivo hanno patito due settimane di città deserta o quasi, mentre il resto del Trentino si riempiva di turisti. Credo che tutti abbiamo almeno il diritto di sapere quali sono le vere ragioni».

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