Laureato “honoris causa” vuole insegnare al Marconi 

La scuola lo ha escluso dalle graduatorie, ma lui si affida al consiglio di Stato. E potrebbe anche non avere torto


di Luca Marsilli


ROVERETO. La pronuncia del Consiglio di Stato è ancora solo interlocutoria: in sostanza sollecita il Ministero dell’Istruzione a fornire tutta la documentazione che gli è necessaria per decidere, e che pure richiesta già da tempo non è arrivata prima dell’udienza che doveva trattare la causa. Ma il problema sembra essere anche serio: una scuola roveretana, l’Itis Marconi, ha escluso nel 2017 dalla propria graduatoria un aspirante insegnante. E l’escluso nell’agosto di quell’anno ha presentato ricorso al Presidente della Repubblica sostenendo l’illegittimità dell’esclusione. Quello che rende curiosa la vicenda, è che il titolo in base al quale voleva essere incaricato come insegnante è una laurea honoris causa in giurisprudenza ricevuta da una università del Nevada. Che evidentemente la scuola ha ritenuto non valida. Mentre l’aspirante professore sostiene il contrario, e con almeno discrete possibilità di avere ragione.

Le lauree honoris causa nascono infatti come titoli accademici onorifici, per premiare un particolare acume in un settore, ma pare pacifico che abbiano un valore legale identico a quello delle lauree ottenute al termine del tradizionale corso di studi. Per esempio per la partecipazione a concorsi pubblici. Nel caso specifico, l’insegnante respinto sarebbe stato premiato dalla università americana per essere stato uno dei pochissimi ad avere percorso in autodifesa (senza un legale, quindi) tutti i gradi di giudizio: giudice di Pace, tribunale, corte d’appello, corte costituzionale, tar e commissione tributaria provinciale e regionale. Dimostrando sicuramente competenza giuridica, oltre forse ad una certa tendenza alla litigiosità (in termini legali, sempre). In America, sarebbe stata la sua lettura, sanno riconoscere il valore del merito, che va oltre quello del “pezzo di carta”. Ma ora che il pezzo di carta ce l’ha, ha provato a metterlo a frutto. E di fronte al no ha - poteva essere altrimenti? - avviato una nuova battaglia giudiziaria.

Il punto quindi diventa quale valore abbiano i titoli onorifici (elargiti in numero crescente con l’aumentare degli Atenei) e le possibili conseguenze. Se Umberto Eco, il recordman delle lauree onorifiche, era arrivato a 40 ma non ne aveva certo bisogno per insegnare, lauree possono vantare i personaggi più diversi, da Ligabue a Totti. Il notissimo conduttore di Elisir, Luigi Mirabella, ne ha due: in farmacia e medicina. Ecco, a quanto pare potrebbe farsi assumere come chirurgo.

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