In Meccatronica il super laser che non riscalda 

Rovereto. Laser velocissimi, tanto da non scaldare i materiali su cui si lavora: è una nuova frontiera della ricerca per l'industria, e passa da Rovereto e precisamente dal polo della Meccatronica,...



Rovereto. Laser velocissimi, tanto da non scaldare i materiali su cui si lavora: è una nuova frontiera della ricerca per l'industria, e passa da Rovereto e precisamente dal polo della Meccatronica, dove si trova “Kirana”, startup che sta iniziando delle sperimentazioni sulla tecnologia laser a femtosecondi. I femtosecondi corrispondono ai milionesimi di miliardesimi di secondo. La Kirana lavora su laser con impulsi di questa durata: permettono l'asportazione di materiale senza che il calore influisca sul processo, rendendo quindi possibile la cosiddetta ablazione “fredda”. La sperimentazione tecnologica a Rovereto è l'unica in Italia. E nel nostro paese come all'estero, sono sempre più richiesti i processi di microlavorazione laser.

Dall’auto alla medicina

L'applicazione va in ambiti diversissimi tra loro: da quello automobilistico a quello aerospaziale, dal medicale al settore energetico, dalla microelettronica alla meccanica di precisione. Per questo Kirana, già attiva nel settore delle microlavorazioni laser, ha ampliato la propria disponibilità tecnologica col primo laser a impulsi ultracorti. Il macchinario di ultima generazione è già in funzione e consente di rendere ancora più precise lavorazioni che non ammettono margini di errore, permettendo inoltre l’esecuzione di nuove tipologie di lavorazioni che fino a ieri erano considerate una sfida impossibile. «Nella rimozione del materiale - spiega Enrico Gallus, 49 anni, ingegnere nucleare, co-fondatore di Kirana - gioca un ruolo fondamentale l’interazione laser-materia, fortemente dipendente dalla durata degli impulsi laser. Le pulsazioni laser estremamente brevi creano processi di interazione non lineari che portano all’asportazione del materiale senza che il calore influisca sul processo». Qualche esempio? Grazie al nuovo macchinario sarà possibile saldare materiali incoerenti come il rame e il vetro, creare nanotessiture, ad esempio per impedire la formazione del ghiaccio sulle ali degli aerei, oppure alterare le superfici di tavoli operatori e banchi alimentari per limitare la proliferazione batterica. La tecnologia a femtosecondi potrebbe infine essere impiegata per scavare canali sommersi nei “sistemi micro-elettro-meccanici biomedicali”, in sostanza dei chip-laboratorio portatili capaci di analizzare i fluidi corporei come sangue e saliva, per effettuare diagnosi veloci.













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