Il sogno di riprendersi lo spazio del carcere 

La trattativa con il Demanio appare molto ardua. «Il posto ideale per mettere i nostri preziosi archivi»



ROVERETO. Si discosta leggermente dall’asse nord sud costituito dalla statale e dalla ferrovia, ma si tratta di un’altra imponente area in una zona nevralgica della città da anni abbandonata: il carcere. «Qui c’è di mezzo il demanio ed è una sofferenza. Basti vedere la vicenda legata all’asilo della manifattura. Ci stiamo lavorando da 15 anni senza esito - ricorda l’assessore Maurizio Tomazzoni - per questo anche nel caso del carcere è difficile fare ipotesi di utilizzo non sapendo se e quando potremmo effettivamente restituirlo alla città».

Il carcere in effetti rientra in quell’area da tempo appetita per un ripensamento urbanistico che in qualche modo potrebbe davvero allargarsi fino alla Merloni e magari ricomprendere anche l’edificio dell’ex Sait. Zona strategica e nevralgica della città, il carcere è di dimensioni notevoli, oggi nascoste dalle mura imponenti che non danno idea di quanto spazio si potrebbe offrire al centro cittadino. «Lo immagino - azzarda l’assessore - come un’area di servizi, vista la sua collocazione. Il sogno potrebbe essere quello di un recupero dell’antico monastero. Dal punto di vista funzionale, poi, avremmo un problema da risolvere e quella potrebbe essere la collocazione più adeguata. In città abbiamo un’incredibile abbondanza di archivi, molto corposi e molto preziosi. Si comincia da quelli comunali a quelli del Mart fino a quelli delle scuole. Si tratta di materiale molto prezioso che in una struttura come quella del carcere potrebbe trovare lo spazio non solo fisico della collocazione, ma anche quello della possibile fruizione. Credo che dal punto di vista struttura, il complesso sia già adeguato a sostenere il peso di tanto materiale e allo stesso tempo garantire quella sicurezza necessaria per tutelare documenti molto spesso unici e di una ricchezza storica e culturale senza rivali».

Il nodo principale resta sempre il confronto con il Demanio che non eccelle certo per tempestività. Una lentezza giustificata in parte dal fatto che anche lo Stato potrebbe avere progetti su quell’area di interesse diverso da quelli comunali. S’era parlato, ad esempio, di trovare un posto più adeguato per la Guardia di Finanza, magari in un’ipotesi di altre funzioni. Certo è che lì siamo quasi nel cuore della città, uno spazio davvero unico e prezioso anche per ripensare un quartiere dove i muri sono un po’ troppi.













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