MUSEO DELLA GUERRA 

Il primo carro armato italiano verrà ricostruito (per studio)

ROVERETO . Al museo della guerra rinasce il primo carro armato italiano. Si tratta del Fiat 2000, considerato il primo carro armato italiano costruito alla fine della Prima guerra mondiale in soli...



ROVERETO . Al museo della guerra rinasce il primo carro armato italiano. Si tratta del Fiat 2000, considerato il primo carro armato italiano costruito alla fine della Prima guerra mondiale in soli due esemplari. Un gruppo di appassionati, a cento anni di distanza, vuole ridare vita a questo mezzo: non per fini bellici, ma di studio e divulgazione. Lo faranno basandosi solo su fotografie, e su un modello in scala ridotta, attualmente in esposizione temporanea nei pressi della biglietteria del museo di Rovereto. Un gruppo di appassionati vuole così ricostruire nelle dimensioni reali lo storico carro armato. Il mezzo ha un'importanza notevole nella storia della guerra e delle tecnologie belliche, non solo italiane, dato che il Fiat 2000 è considerato il capostipite dei mezzi corazzati. Il primo carro armato italiano fu progettato da Carlo Cavalli e Giulio Cesare Cappa, che all’epoca avevano realizzato un mezzo da combattimento innovativo per le dimensioni, il cannone in torretta girevole a 360° e il vano motore separato dalla camera di combattimento. Al tempo solo due esemplari uscirono dalle linee di produzione, pochi e fuori tempo massimo per essere impiegati durante la Prima guerra mondiale. Uno dei due carri fu così inviato in Libia durante le operazioni per la riconquista della colonia. Riportato in Italia, stazionò in varie caserme del Regno assieme al suo gemello finché non se ne persero le tracce (probabilmente demoliti alla fine della Seconda guerra mondiale). Di loro rimangono alcune fotografie e il modello in scala 1/5 realizzato nel 1917 per conto della Fiat dalla ditta “Quarello” di Torino, da un mese e ancora per pochi giorni visibile nella biglietteria del Museo della Guerra. Il cimelio viene proposto al pubblico in occasione della mostra "La pelle del soldato. Uniformi, corazze, elmetti e maschere antigas dalla Prima guerra mondiale al Duemila". Nel 2013 il modello era stato acquistato da un collezionista che lo ha messo a disposizione dell’Associazione “Raggruppamento SPA” che lo ha restaurato ed esposto per la prima volta nel 2017 a Pordenone.













Scuola & Ricerca

In primo piano