«Hanno visto il fumo e sono scappati» 

Il padre della festeggiata: i ragazzi sono usciti come si trovavano, abbiamo portato loro delle coperte



ROVERETO . Il professor Gianni Battistotti è stato svegliato nel cuore della notte dalla figlia, che spiegandogli l’accaduto alla mansarda di Nomi, gli ha chiesto di raggiungerla «con molte coperte». Erano infatti in una quindicina di ragazzi ad attenderlo, infreddoliti davanti alle fiamme che stavano divorando il tetto della casa. «Erano usciti di corsa, lasciando all’interno giubbetti e maglie» racconta Battistotti, che comunque può tirare un sospiro di sollievo. «È andata bene per fortuna, nessuno si è fatto male». E il privilegio di poter raccontare l’avventura è già qualcosa di importante. «Si sono accorti del fumo che iniziava a invadere la sala dove si trovavano. Non veniva dall’interno, secondo quello che hanno raccontato i ragazzi. Appena si sono resi conto che il fumo si stava addensando, sono corsi fuori come si trovavano ed hanno chiamato i soccorsi. Fino a quel momento, fuoco non ne avevano visto ma nell’arco di una decina di minuti hanno visto le fiamme divampare sul tetto. Nella mansarda non c’erano fiamme libere, nessuno sa capire bene cosa sia accaduto».

Sul posto, i carabinieri di Calliano hanno voluto sentire tutti i ragazzi, per cercare di ricostruire i fatti. Non sarà un compito semplice, perché è bruciato tutto. La mansarda era “al grezzo”, pressoché vuota, e anche l’appartamento al piano inferiore è disabitato. Le ipotesi sull’origine dell’incendio sono ancora da formulare, ma quello che è certo è che il danno è considerevole. Tutto il tetto è da ricostruire, e va valutata la tenuta della struttura muraria a temperature elevatissime (circa 400 gradi, assicurano i pompieri). Danni anche all’appartamento al piano inferiore, a causa dell’enorme quantità d’acqua utilizzata per domare le fiamme. Ma quello che conta, al di là dei beni materiali, è che tutti siano riusciti a scappare prima di rimanere intrappolati in un inferno senza uscita. Una situazione di enorme pericolo, considerato il fatto che a quell’ora della notte molti del gruppetto stavano dormendo nei sacchi a pelo. Il rischio di rimanere tramortiti dal monossido di carbonio era molto alto, ma la sorte benevola ha fatto in modo che gli unici danni patiti siano riparabili.













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