Gli incentivi per il centro adesso non piacciono più 

Nell’ultimo anno solo una domanda per sistemare le facciate degli edifici Tomazzoni: «Vincono le detrazioni statali, lo strumento è da ripensare»


di Robert Tosin


ROVERETO. Se è stata presentata una domanda sola, significa che lo strumento non funziona. O quanto meno andrebbe tarato in modo differente visto che negli anni sono cambiate le premesse che ne avevano fatto, invece, per i primi anni uno strumento utile a rendere più piacevole il centro storico o almeno a preservarlo dal degrado. È proprio così: nei giorni scorsi il Comune si è trovato ad approvare la graduatoria di coloro che chiedono l’incentivo comunale per interventi di abbellimento in centro storico riservato ai privati, una graduatoria composta da un solo richiedente nell’ultimo anno. Non solo. In arretrato non c’era nemmeno qualcuno degli anni precedenti che fosse stato escluso per il superamento del fondo messo a disposizione di anno in anno.

«Sì, è evidente - spiega l’assessore all’urbanistica - che questo strumento oggi va ripensato oppure rimodulato. D’altra parte teniamo conto che si sovrappone ad altri interventi di aiuto finanziario che arrivano dallo Stato e che attualmente sono molto più attraenti di quello che può offrire il Comune: stiamo parlando di abbattimenti sull’Irpef in percentuali importanti e quindi chi deve mettere mano agli edifici dei centri storici punta su queste offerte».

Lo strumento era stato varato dal Comune nel 2000, su interessamento dell’allora consigliere delegato Vincenzo Caputo che si era posto il problema di aiutare i residenti in centro storico nella manutenzione e nell’abbellimento dei loro edifici, immagine anche turistica di Rovereto. Le agevolazioni, infatti, erano mirate soprattutto alla pulizia e alla tinteggiatura delle facciate e alla sistemazione delle grondaie, o alla sistemazione di elementi esterni come poggioli, scale e serramenti. Negli anni lo strumento è però stato superato dagli incentivi statali e anche dalla crisi: i proprietari preferiscono, se serve, mettere mano a tutto con una ristrutturazione oppure lasciar perdere del tutto e attendere tempi migliori. Il fatto che nell’ultimo anno ci sia stata solo una richiesta fa riflettere. «Dovremmo farlo - aggiunge Maurizio Tomazzoni - e valutare se non sia il caso di utilizzare quel fondo per altri interventi, mirati sempre sul centro storico ma gestiti con un criterio diverso».













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