«Crediamo in Rovereto così investiamo in centro» 

Nuove iniziative imprenditoriali nel cuore della città: «Troppe polemiche fanno male. Dobbiamo avere fiducia e creare una rete di collaborazioni»  


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Per alcuni (pessimisti o realisti?) il destino di Rovereto è già segnato: “Una città in declino, andrà sempre peggio e non vale la pensa investirci un centesimo”. Per altri (sognatori o realisti?), invece, Rovereto offre ancora potenzialità di crescita: “Basta con le polemiche e con il pessimismo. Noi siamo qui, ci lavoriamo e investiamo, perché crediamo nella città e in particolare nel suo centro storico...” Questa, in sintesi, è la ragione che ha spinto alcuni giovani a venire ad investire nel centro o a rimanerci ampliando la propria offerta ed i propri servizi alla clientela. Una scelta coraggiosa? Oppure azzardata? Un terno al lotto o il risultato di una valutazione dei costi e dei benefici per chi in centro ci lavora? «Per noi, con i nostri prodotti anche ingombranti (dai materassi ai letti) sarebbe stato più comodo e più semplice aprire in via del Garda. Ma non lo abbiamo fatto per scelta, perché a noi piacciono le botteghe, piace il rapporto “umano” con i clienti, piace un centro vivo e vivibile» puntualizza Alessandro Volani titolare di Dormibene in piazza San Carlo con la moglie Jlenia Mattuzzi. Tra piumini e guanciali, tra plaid e accessori per il letto, Alessandro e Jlenia hanno deciso non solo di rimanere ma di ampliarsi via Tartarotti ad un tiro di schioppo dal loro attuale negozio: «Dovevamo scegliere: qui o via del Garda per aprire un nuovo laboratorio per la nostra produzione di alta qualità. Abbiamo scelto il centro nonostante l’alternativa fosse più comoda per noi: la città va valorizzata in primis da noi operatori».

Da via Maioliche al centro (nel passaggio corso Rosmini - via Garibaldi) si è trasferito Dogali, pub-hamburgheria. «Eravamo stretti e qui abbiamo trovato lo spazio ideale. Questo era anche il nostro bar dell’infanzia e ci siamo svenati per acquistarlo. Siamo soddisfatti della scelta - puntualizza Gabriele Calavin titolare assieme a Rudy Aicheler - Ora contiamo di ampliare il nostro giro di clienti. Abbiamo voluto creare un ambiente semplice, informale come a casa». Dagli hamburgher (anche vegani) alle piadine con la prospettiva di realizzare una steakhouse: «Aspettiamo di rodare lo staff e poi vediamo come muoverci. Abbiamo puntato sul centro perché crediamo che sia possibile ampliare la nostra offerta, crediamo che il centro possa diventare sempre più attrattivo» è convinto Calavin tanto che sono stati assunti due giovani dipendenti. «Ci mettiamo tutto il nostro impegno e la voglia di fare anche se la burocrazia spesso diventa un ostacolo... Non si chiedono aiuti, ma si chiede di lasciare far a chi ha voglia di fare...» afferma il giovane imprenditore. Giovanissimi (26 e 22 anni) anche i titolari del bar Gambrinus in corso Rosmini. Nessuno dei due è di Rovereto, ma entrambi sono convinti che le possibilità di lavorare in centro non manchino: «Siamo qui da qualche mese e in effetti abbiamo trovato una risposta positiva da parte dei roveretani - raccontano Luca Vial di Asolo e la sua fidanzata Mirta Rossi di Piazzo- E’ ben vero che corso Rosmini è un po’ morto ma non dobbiamo demoralizzarci. Di polemiche e discussioni sul centro ne abbiamo sentite molte, ma noi vogliamo metterci tutto il nostro impegno proponendo prodotti locali selezionati dai vini alle birre agli aperitivi con stuzzichini perché solo in questo modo si diventa attrattivi. E un centro più frequentato e più vivace fa bene alla città, a chi ci abita e a chi viene da fuori».

E da fuori città è arrivata in piazza Erbe per aprire la propria attività Alessandra Marchiotto di Malcesine. «Ho avuto occasione di rilevare questo locale nella piazza più bella di Rovereto - racconta la titolare del bar Chicca - e credo nelle potenzialità di questa piazza più che del resto del centro storico. Sono partita da una convinzione: quella di scegliere prodotti trentini (dal birrificio artigianale Plotegher a vini di cantine locali) e di acquistare nelle botteghe del centro salumi e formaggi. Se facciamo rete, se c’è collaborazione fra tutti quanti il centro non chiude, ma cresce e offre sempre più opportunità. E se con le persone intelligenti, come i miei vicini della Stella d’Italia, c’è un rapporto di collaborazione porteremo qualcosa di importante in questa piazza...»

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