«A Rovereto chiediamo un no secco e definitivo» 

Completamento della Valdastico. Consegnata in Municipio la petizione popolare In calce circa 3 mila firme, 2.300 di roveretani. Sono bastate due settimane per raccoglierle


Luca Marsilli


Rovereto. Più di 3000 firme in calce alla petizione per chiedere a Rovereto - il suo sindaco, ma anche l’intero consiglio comunale di cui il Comitato contro la Valdastico chiede una convocazione straordinaria solo su questo tema - di dire un no secco e definitivo all’ipotesi di completamento dell’autostrada. Non solo nella ipotesi progettuale lanciata nelle ultime settimane dal presidente Fugatti, con uscita a Rovereto Sud, ma per qualsiasi tracciato si possa immaginare. Ieri mattina la consegna in Municipio, anche se i rappresentanti dei comitati e dei partiti politici che hanno sostenuto l’iniziativa e raccolto le firme nelle due ultime settimane, si sono dovuti “accontentare” di lasciare il materiale alla segreteria del sindaco. Valduga, che pure era in Municipio fino a pochi minuti prima, non ha ritenuto di incontrarli. «Non abbiamo chiesto formalmente un incontro - dice Gloria Canestrini, ieri portavoce di tutto il nutrito gruppo di attivisti No Valdastico - perché non ci sembrava necessario ed anche perché vogliamo che della questione sia investito l’intero consiglio comunale, non solo il sindaco». Ma comunque si aspettavano di incontrarlo.

La posizione di Valduga

Tra l’altro se due settimane fa poteva ancora esserci qualche dubbio sulla posizione dell’amministrazione roveretana le recenti prese di posizione di Valduga non lasciano spazio a speculazioni. Il sindaco di Rovereto ritiene impossibile la realizzazione del completamento della Valdastico, come proposto finora, senza un impatto ambientale devastante sulle Valli del Leno e molto probabilmente anche sulle sorgenti che alimentano gli acquedotti di Rovereto, di Folgaria e delle stesse Valli del Leno. Quindi se non dice no “a prescindere”, dice più che chiaramente no alla soluzione abbozzata da Fugatti. Peraltro ad oggi senza alcuno studio preliminare del territorio e delle sue complessità geologiche ed idriche.

«Un’opera da dimenticare»

L’unica distanza quindi rispetto al Comitato e ai 3000 firmatari (2300 roveretani, gli altri residenti nei comuni limitrofi) è proprio nelle ragioni del no. Che per Valduga sono “concrete”, legate cioè allo scempio ambientale, mentre per il Comitato si potrebbero dire di fondo. «Riteniamo - dice Gloria Canestrini - del tutto anacronistico immaginare di risolvere oggi i problemi della mobilità dei prossimi decenni investendo ancora sulla gomma e sui Tir. È chiaro che persone e merci si devono muovere, ma altrettanto chiaro che non si possono ignorare le emergenze ambientali e climatiche provocate dall’abuso di combustibili fossili. Ammesso e non concesso che vadano potenziati i collegamenti, è sulla ferrovia che ha senso intervenire. E gli spazi ci sono senza bisogno di particolari investimenti, visto che la linea del Brennero è ancora oggi molto sottoutilizzata rispetto alle sue potenzialità. Per questo la Valdastico è una risposta comunque sbagliata, e a Rovereto chiediamo di dire un no definitivo a un progetto vecchio, che non ha ragione di essere realizzato».













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