«Tassa di soggiorno più alta per aumentare la qualità» 

Benedetti (Apt) apre all’ipotesi di un piccolo aumento per finanziare le nuove infrastrutture: «Se l’ente pubblico non ce la fa possiamo intervenire noi»


di Gianluca Marcolini


RIVA. «La pioggia, la Pasqua, i mondiali di calcio, la riapertura dei mercati africani: ero pronto ad un calo delle presenze ed invece i numeri così forti della prima parte di stagione mi hanno sorpreso. I conti, però, si faranno alla fine quando avremo anche qualche dato finanziario che ci forniranno le banche e che ci consentirà di capire meglio la situazione nella sua interezza. Certo, le voci di chi lamenta una riduzione dei guadagni le ho raccolte anch’io e non vanno sottovalutate: c’è più gente che spende meno». Marco Benedetti lo va dicendo ormai da un paio di anni a questa parte: il Garda Trentino deve innalzare la qualità della propria offerta turistica a discapito della quantità, perché il territorio più di così non ce la fa ad accogliere e alloggiare vacanzieri e ospiti di giornata. «È da un po’ che cerchiamo di aprire un ragionamento in termini di prospettiva», spiega il presidente dell’Apt Garda Trentino. «In questi giorni ho avuto modo di confrontarmi con alcuni operatori del settore – prosegue Benedetti - discutendo proprio su ciò che avete messo in luce voi del Trentino riguardo una situazione che per fortuna non è critica ma che deve necessariamente portare ad una riflessione. Finora abbiamo beneficiato di una congiuntura a noi favorevole ma dobbiamo essere in grado di farne tesoro per prepararci a tempi in cui il quadro internazionale muterà, come già stiamo vedendo, con il ritorno in auge di mercati a noi concorrenziali». Per l’Apt la sfida può essere vinta solo puntando sulla qualità: «Servono più strutture di livello, come ne stanno nascendo diverse sulle sponde bresciana e veronese del Garda, e occorrono scelte politiche chiare, ad incominciare dalla questione degli appartamenti trasformati in alloggi turistici. Il territorio è saturo e non ha bisogno di altri posti letto ma di riqualificare quelli esistenti». Servono, però, anche investimenti a livello di infrastrutture perché il lago da solo non basta più, e neppure i sentieri e le vie di arrampicata. La ciclabile del Garda è il traguardo più ambizioso ma non si è smesso di pensare, ad esempio, al campo da golf. «Finora abbiamo fatto da cabina di regia, ma potremmo anche metterci delle risorse. Se l’ente pubblico è in difficoltà si può pensare ad un piccolo aumento della tassa di soggiorno per finanziare investimenti importanti per il territorio, in un’unità di intenti».

Chi ha una spiegazione al calo degli affari è Stefano Chelodi, vicepresidente di Cento, il consorzio che raggruppa i commercianti di Torbole: «I turisti che hanno una capacità di spesa maggiore scelgono altre destinazioni e così rimane chi ha meno potere di spesa. Occorre una riflessione da parte della governance, decidere dove si vuole andare a parare».

Essenziale è mantenere l’appeal nei confronti del mercato di riferimento, quello tedesco e austriaco. Lo sostiene Massimiliano Martinelli, presidente di RivaInCentro: «Se il 60% del nostro mercato di riferimento ci chiede determinate risposte e se le nostre strutture non sono in grado di darle allora si crea un problema perché tedeschi e austriaci vanno altrove e noi perdiamo il mercato più importante che viene rimpiazzato da una tipologia di turista più propenso ad accontentarsi perché ha meno cultura turistica alle spalle». Martinelli aveva lanciato l’allarme già un anno fa: «Al calo di fatturato dei mesi di luglio e agosto si era contrapposto un mese di settembre eccezionale, mai visto prima. Quest’anno l’andamento è lo stesso e l’auspicio è che si ripeta la medesima situazione a settembre, altrimenti saranno guai. Ma è una situazione su cui bisogna ragionare».

Anche Andrea Cobbe, presidente di Assocentro ad Arco, registra una minor capacità di spesa riferita soprattutto al mercato turistico dell’est Europa «ma non ci sono motivi per fasciarsi la testa, le cose vanno bene, i bar lavorano e anche i ristoranti».

A battere sul tasto dei servizi è soprattutto Elisa Ressegotti, presidente degli albergatori: «Sono essenziali, se vogliamo fronteggiare la concorrenza di altre località che stanno rientrando sul mercato. Ma l’innalzamento della tassa di soggiorno deve essere l’ultima carta da giocare. Prima tocca all’ente pubblico».

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