ACCOGLIENZA

Arco, Annamaria è ritornata in piazza 

Decine di persone al sit-in della nonna di Arco che si è schierata con i profughi. C’era anche Passerini


di Katia Dell’Eva


ARCO. Sono stati decine, i partecipanti al sit-in di domenica mattina, che hanno scelto di schierarsi dalla parte della nonna Annamaria e del suo messaggio di pace e accoglienza. Decine di cittadini comuni che, anziché trascorrere una pigra domenica mattina in casa, hanno voluto scendere in piazza con cartelli e striscioni e far sentire la loro voce, pur senza cortei o schiamazzi.

Riuniti in piazza III Novembre, prima davanti alla chiesa Collegiata, poi sotto ai portici di palazzo Giuliani, i manifestanti hanno quindi voluto da un lato dimostrare, con la loro presenza, l’esistenza di una voce collettiva, arcense e non solo, in controtendenza rispetto alle politiche nazionali e a favore dei migranti e dell’ospitalità, dando vita, dall’altro lato, a un momento di dialogo. «Siamo qui soprattutto per porci l’un l’altro delle domande e trovare risposte che possano, in futuro, portarci ad agire nel migliore dei modi, anche in prima persona» - ha spiegato Elia Bombardelli, lo studente universitario organizzatore dell’evento, iscritto al Pd.

Con lui, infatti, molti ragazzi delle fila dei Giovani Democratici, accorsi ad ascoltare la lezione di Annamaria Agnini, la arcense che nelle scorse settimane aveva fatto parlare di sé (anche su gran parte delle testate nazionali) proprio per la sua presa di posizione in favore dell’accoglienza, mostrandosi con un cartello che recitava “Io, cristiana, dico sì ai migranti, nel mio paese e nella mia casa”. «In quanto esempio delle giovani generazioni, veniamo spesso accusati di non fare nulla, ma noi vogliamo agire concretamente» - dichiarano i ragazzi di Gp, tutti di età che si aggira attorno ai 20 anni - «Ecco perché siamo qui. Perché è ora di accantonare la pigrizia e quell’atteggiamento che fa sperare che altri risolvano i problemi; perché confrontandoci con chi ne sa più di noi, possiamo poi pensare a cosa fare nel futuro».

È per loro quindi, per fare da mentore, che l’83enne è tornata in piazza nonostante il clamore mediatico che l’aveva fatta desistere dal presenziare al rinnovato sit-in della scorsa settimana: «Politica o meno, l’accoglienza e la pace nascono dentro ciascuno di noi. È lì che bisogna cercare quello che viene chiamato “umanesimo” e fare leva. Lo dovete a voi stessi, al vostro domani, come io lo devo ai miei nipoti e pronipoti» - ha affermato, proponendo poi ai ragazzi di parlare con le amministrazioni locali. «Fate sì che prendano una posizione netta» - ha infatti aggiunto - «Dimostratevi volenterosi, chiedete loro di agire, di mettere a disposizione delle case, perché ad Arco gli edifici ci sono, e i migranti non chiedono due bagni e un salotto».

Presente anche Vincenzo Passerini, presidente del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza del Trentino-Alto Adige, che ha voluto aggiungere: «Oltre al Comune, dovete mobilitare le tante associazioni locali. Una buona rete all’interno della comunità, è la sola vita per un vero cambiamento».

 













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