«A Riva costruiamo la Casa del basket» 

Carlo Modena riporta in auge l’idea di un palazzetto per le due squadre del territorio: «Niente fusione, creiamo un gruppo»



RIVA. Per Carlo Modena è giunta l’ora di realizzare una “Casa del Basket”, un luogo dove potrebbero trovare spazio le attuali società cestistiche, la “sua” Virtus e la Cestistica rivana Alto Garda e Ledro. Un luogo nel quale i due sodalizi unirebbero le proprie conoscenze, forze organizzative e atletiche per il bene del basket locale.

L’idea non è certo nuova e porta subito alla memoria i tempi del vivace e combattivo Garda Cartiere che giocava sotto l’ancora attuale tendone provvisorio del Palagarda a S.Tomaso. E c’è chi nuovamente sta tentando l’impresa con le ragazze della Cestistica attualmente in fase di play off e fortemente decise a salire in A2. La disciplina tornerebbe, così, ai massimi livelli nazionali e le stesse giovanili in capo alla Virtus primeggiano a livello regionale, interregionale e nazionale. «Quando le ragazze della Cestistica hanno giocato a Sassari la prima gara dei play off per la serie A, tra il resto vinta - racconta Carlo Modena - mi sono sentito di complimentarmi con loro e di lanciare un’idea congiunta: la casa del basket». Tra le due società il dialogo è più che mai aperto e la collaborazione rodata su vari aspetti ed alcune iniziative, come il mini-basket che i due sodalizi gestiscono insieme. «Ci troviamo in un bel momento per il nostro basket altogardesano - spiega il presidente della Virtus - è un fatto di grande valore che la Cestistica si stia giocando l’accesso alla serie A. Come Virtus Alto Garda ci troviamo in condizioni ottime, specialmente nelle giovanili dove su sei campionati regionali tre sono quelli vinti e due sono le squadre in finale. Di queste una giocherà la finale nazionale in Sardegna e l’altra una finale interregionale». Risultati importanti che disegnano il florido stato di salute della disciplina a livello locale, che da tradizione ha sempre avuto un buon seguito. «Quando il Gs Riva ha presentato il proprio libro parlando della storia del Basket - continua Modena - tutti erano entusiasti nel ricordare quel periodo e quelle emozioni. Su quelle emozioni e sugli attuali successi come presidente della Virtus lancio l’ipotesi di costruire una “Casa del Basket”. Non sarebbe una fusione tra il basket maschile e femminile, perché ognuno ha la propria storia, il proprio pedigree, i marchi che si porta appresso. Inventiamoci una specie di società, un gruppo, un qualcosa che porti a creare una “Casa” che diventi il luogo in cui tutto il basket opera e sotto il cui tetto, operando tutti insieme, si possano ottenere vantaggi concreti. Se la città lo vuole, se la città trova le risorse, se la città vuol metterci il suo entusiasmo, su questo progetto possiamo crescere insieme ancora di più. Possiamo dare vita ad un tavolo incontrarci, parlare e progettare il futuro del basket locale». (l.o.)













Scuola & Ricerca

In primo piano