Venti esercizi con le slot  dentro le aree “sensibili” 

Il tema “scottante” in consiglio. Domani sera l’argomento della ludopatia sarà affrontato in aula. Il Comune ha fatto effettuare uno studio dalla Polizia Locale che elenca tutti i 130 locali 


ROBERTO GEROLA


Pergine. Sono una ventina le “postazioni” dove gli appassionati del gioco d’azzardo possono recarsi “a divertirsi” che si trovano nelle aree perimetrate nelle quali sono vietate perché troppo vicine a un luogo per così dire sensibile. Un’indagine seppur approssimativa per avere un’idea di come fosse la situazione esistente sul territorio comunale, è stata effettuata nelle settimane scorse dagli agenti della Polizia municipale. In sostanza sono state censite tutte le situazioni esistenti entro 300 metri dal sito sensibile. Una delimitazione questa che rappresenta in minimo previsto dalla legge e che il Comune proporrà appunto con una propria delibera in sede consiliare. Da dire che, se nella maggioranza dei casi si tratta di slot-machine mobili e quindi depositate in bar, ristoranti, qualche negozio, luoghi di ritrovo più o meno pubblici e via dicendo, in due casi si tratta di sale giochi aperte da tempo. Sono le uniche due sale giochi esistenti sul territorio comune. Sono in Pergine centro, una sita all’inizio di via Petrarca (strada trasversale che viale Dante raggiunge viale dell’Industria, e si trova di fronte al Comando della Polizia locale), l’altra invece è in viale Venezia all’altezza dell’albergo Turismo (lato opposto). In entrambi i casi il loro allontanamento / trasferimento è dovuto alla presenza della chiesa del SS Redentore (Patri francescani) e del relativo convento. Sito sensibile per eccellenza.

All’ordine del giorno

L’argomento è oggetto del provvedimento che sarà in esame domani sera, all’interno dell’ordine del giorno della seduta consiliare convocata per le 19.

In proposito è stato elaborato dall’amministrazione comunale uno studio nel quale vengono elencati i luoghi sensibili (sono circa 130) dovendo ottemperare una legge ben precisa. Vengono elencati edifici scolastici, edifici di culto (compresa la chiesa dei Testimoni di Geova, in via Petrarca), strutture cimiteriali strutture sanitarie, scuole di vario genere, strutture sanitarie e di assistenza, aree ricreative, aree sportive e di aggregazione.

Scendendo nei particolari, dall’elenco che accompagna la delibera consiliare, risultano 10 scuole tra elementari e medie (in centro a Pergine e nelle frazioni); ma anche l’istituto scolastico superiore Marie Curie. Poi le scuole per l’infanzia (due a Pergine, e cinque nelle frazioni). Tutelate anche le due scuole musicali (Palazzo Montel e scuola di Banda). Le strutture sanitarie sono 7 (distretto Apss, Maso San Pietro, le tre unità della casa di riposo, l’ospedale Villa Rosa, La sede del CS4 in via Marconi e Maso Martini a Vigalzano. Le aree ricreative tutelate sono 39 e quelle sportive 14; poi ci sono le aree ricreative, culturali aggregative (sono 8), i Canopi con il Circolo Anziani; infine le chiese (con anche i Testimoni di Geova) e i cimiteri (in totale una cinquantina) tra centro e frazioni. Significativo il caso a Susà, dove il bar con le slot machine è a fianco della scuola per l’infanzia. Ma ha chiuso da un paio di settimane.

Tempi tecnici

Per le sale il termine è il 12 agosto 2022 mentre negli altri casi (slot machine mobili) entro il 12 agosto 2020. Il provvedimento riprende quelle considerazioni espresse dall’Oms. In sostanza “guerra” alla dipendenza tra le più diffuse, quella del gioco d’azzardo patologico, impropriamente chiamata ludopatia, che si manifesta con l’incapacità di resistere all’impulso di giocare, spesso con una spirale perversa di ripetizione del gioco nel tentativo inutile di recuperare le somme perse, a cui si aggiungono comportamenti che incidono fortemente sulle relazioni interpersonali portando all’isolamento sociale del soggetto; si manifestano infatti la falsificazione e i nascondimenti della realtà delle perdite economiche, la disgregazione delle relazioni affettive e familiari, la perdita del lavoro per comportamenti che rendono i soggetti non più affidabili, la crescente richiesta di prestiti.















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