«Senza Mercatini è logico tener chiusi gli alberghi» 

Levico Terme. Franco Pedrotti (presidente Unat): «Senza il loro traino e quello della Panarotta  è impossibile pensare di portare turisti in città: si fanno più danni se si decide di rimanere aperti»


Beppe Castro


Levico terme. Per le aziende del turismo di Levico Terme il ritorno alla normalità sarà ancora lungo, anche perché molti degli effetti negativi scatenati dal Coronavirus saranno visibili fino a fine 2021.

La chiusura dei Mercatini di Natale, degli impianti sciistici della Panarotta e i recenti provvedimenti governativi connessi alla pandemia di Covid 19, hanno determinato ingenti danni economici per l’intero comparto alberghiero del territorio. Alcune strutture sono al collasso e potrebbero non riaprire più in considerazione del drastico calo di viaggi e spostamenti delle persone. Franco Pedrotti rappresentante della categoria albergatori Unat di Levico nonché proprietario e gestore dell’Hotel Du Lac, conferma che la sua struttura rimarrà chiusa nel periodo natalizio e invita l’Apt a individuare un modello diverso che consenta di destagionalizzare l’offerta turistica.

«Purtroppo siamo stati costretti a prendere una decisione difficile di tenere abbassate le saracinesche - sottolinea Pedrotti -. Senza i Mercatini di Levico e quelli dei paesi vicini e la chiusura della Panarotta, mancava il vero traino per far arrivare turisti nelle nostre località. Con questa incertezza si fanno più danni se si decide di rimanere aperti. A Levico solo due strutture hanno deciso di non chiudere ma per ospitare chi lavora dalle nostri parti. Con lo smartworking anche questo modo diverso di fare turismo si sta spegnendo. In questo quadro drammatico vorrei invitare le istituzioni a fare una riflessione su come cambiare la nostra offerta turistica appena ci sarà la ripresa».

Pedrotti quindi aggiunge: «A luglio e agosto sono capaci tutti ma bisogna invece fare come in Alto Adige che pur mantenendo prezzi di alta stagione gli alberghi lavorano anche ad aprile e ottobre. Lo possono fare perché offrono servizi che noi non abbiamo». E spiega quindi che «qui le malghe, i negozi e i rifugi sono chiusi ad aprile e ottobre e non hai nulla da offrire alle famiglie. I bambini sono il futuro ma non ci sono attrezzature o parchi tematici in montagna. Basterebbe anche creare un laghetto, una scivola o altre attrattive per il loro svago, tutto a costo zero. Altra cosa importante riguarda la valorizzazione e la promozione dei nostri prodotti tipici locali come i formaggi. Per i turisti è importante non solo la cortesia e l’ospitalità ma anche la qualità del mangiare e quindi la degustazione dei nostro prodotti. Perché non commercializzarli negli alberghi consentendo anche di creare un vantaggio economico per gli stessi agricoltori? Basterebbe avere un grossista che li commercializza nelle strutture ricettive, il turista poi potrebbe andare a comprare nelle malghe dei vari produttori. Lo fanno in Alto Adige con burro, yogurt e formaggio che si trovano negli hotel».

Pedrotti quindi chiama in causa l’Apt. «Ne abbiamo parlato con l’Apt ma ogni nostra proposta rimane inascoltata così come quella di creare uno sportello imprese che velocizzi le nostre pratiche. Potrebbe servire anche un tutor negli uffici comunali. Se a queste innumerevoli criticità aggiungiamo i danni del Covid, è facile prevedere che anche a Levico qualche albergo potrebbe chiudere per sempre. E sarebbe un danno per tutta la comunità. Di questo passo bisogna stare attenti che non si presenti la criminalità alla reception visto che molti imprenditori che non hanno accesso al credito e quindi in difficoltà, potrebbero soccombere dinnanzi alle proposte predatorie di criminali con tanta liquidità. Una ipotesi che al momento sembra lontana ma dopo le infiltrazioni di stampo mafioso nel settore del porfido qui in Trentino, bisogna stare con gli occhi aperti».













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