«Latte crudo a Borgo il distributore va salvato» 

Il medico dell’Isde Roberto Cappelletti interviene dopo l’annunciata chiusura  della casetta di via Spagolle: «È a km0 e contiene enzimi antibatterici e antivirali»


di Marika Caumo


BORGO. Latte crudo, il distributore di Borgo si può salvare: il consumatore può fare la differenza. Ne è convinto il dottor Roberto Cappelletti, medico Isde Trentino, fermo sostenitore del consumo di latte crudo.

Nei giorni scorsi il Trentino aveva riportato la notizia che, il 28 di febbraio, cesserà la distribuzione di latte crudo e biologico nel distributore di via Spagolla, inaugurato dall'azienda agricola di Riccardo Dandrea di Olle nell'aprile 2008. Le cause vanno cercate nelle incombenze burocratiche (ed economiche) sempre nuove e sempre maggiori a fronte di un calo nei litri di latte venduto. Ma la speranza di non veder chiudere il primo distributore installato in tutta la Valsugana e l'ultimo distributore rimasto in Bassa Valsugana (rimane quello in piazza Gavazzi a Pergine mentre sono stati chiuse le casette al centro commerciale di Borgo, a Caldonazzo e Levico) rimane: se in questo mese di febbraio le vendite dovessero riprendere, l'azienda è disposta a continuare, rimandando la chiusura della casetta.

E' ciò che si augura Cappelletti. «Suscita una certa amarezza la notizia della chiusura del distributore di latte crudo di Borgo. Sono convinto che la scarsa conoscenza del valore aggiunto di un prodotto come il latte “crudo” sia all’origine del sottoutilizzo del distributore, principale causa della chiusura», spiega, e porta alcune informazioni. «Il latte pastorizzato che troviamo nei supermercati è spesso un mix di latti di varia provenienza (anche estera), opportunamente tagliato per minimizzare i costi e rispettare i parametri qualitativi (compreso il rientro nei limiti di legge dei contaminanti). Il latte “crudo” invece è prodotto a Km 0; chiunque può visitare il luogo di produzione per verificare parametri, che solitamente sfuggono, come il benessere animale», spiega. E precisa che la pastorizzazione del latte comporta il riscaldamento per 15 secondi a 72°-80°C. «Questo causa la denaturazione di importanti proteine ed enzimi in grado di stimolare il sistema immunitario - prosegue -. Nel latte crudo vi sono, oltre a componenti in grado di agire da modulatori del sistema immunitario, anche proteine che hanno azione antibatterica e antivirale». Enzimi, quali la lattoferrina, la lattoperossidasi, il lisozima, in grado di bloccare la crescita batterica. «Il calore denatura in modo più o meno grave tutte queste proteine impedendo di svolgere la loro funzione. Ciò spiega perché nel latte crudo i patogeni crescono più lentamente e perché, anche non refrigerato, per diverse ore è protetto dalla proliferazione microbica. Inoltre nel latte crudo vi è una flora batterica “buona” che può contrastare lo sviluppo di quella cattiva». Cappelletti cita i risultati di una indagine epidemiologica condotta in 5 paesi europei su 14.893 bambini da 5 a 13 anni, pubblicati nel 2007 sulla rivista scientifica Clinical & Experimental Allergy: il consumo di latte crudo è associato a una riduzione dell’asma (-26%), della febbre da fieno (-33%) e delle allergie alimentari (-58%).

Un ultimo aspetto riguarda gli oneri burocratici che i gestori del distributore devono sopportare per rientrare nei rigidi parametri imposti. «E’ incredibile ma sembra proprio che ci siano 2 standard di sicurezza diversi a seconda che si tratti di industria oppure di singoli. Appare più tollerato chi emette sostanze cancerogene, mutagene, dannose per il sistema riproduttivo e il sistema neurologico come accade per l’acciaieria di Borgo, a cui sono spesso concesse inspiegabili deroghe- continua Cappelletti- Quando si tratta di piccoli caseifici o di singoli invece non si scherza in quanto a norme più restrittive».

«E' comunque il consumatore che può fare la differenza per sostenere i produttori di latte crudo - conclude Cappelletti -. Per Borgo a quanto pare c’è ancora tempo. Se vi sarà una ripresa dei consumi i gestori del distributore potrebbero recedere nella loro decisione».













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