L’omaggio di Levico a Gianfranco Frigo

LEVICO TERMe. In tanti hanno partecipato ieri al funerale del Cavalier Gianfranco Frigo, stretti attorno alla moglie Grazia, ai figli, Antonella e Pierluigi, i nipoti, Luca, Samuele, Dennis, Alex, e...



LEVICO TERMe. In tanti hanno partecipato ieri al funerale del Cavalier Gianfranco Frigo, stretti attorno alla moglie Grazia, ai figli, Antonella e Pierluigi, i nipoti, Luca, Samuele, Dennis, Alex, e Riccardo, e tutti i numerosi famigliari e amici intervenuti per salutare l’amico emigrato da Tombolo, in provincia di Padova, che a Levico ha speso il suo talento imprenditoriale, incontrando l’amore della vita e l’altra sua passione più grande, quella per il calcio. Fu lui, poi, ha portare a Levico la piscina civica, fiore all’occhiello del suo impegno amministrativo come assessore comunale. Quasi ottantenne, era soprattutto un nonno felice: «Sei stato un nonno meraviglioso – lo ha ricordato uno dei nipoti, con la voce trattenuta a stento dal tracimare dalla brocca del cuore - con te eravamo sempre allegri e ci facevi divertire».

I colori del Calcio Levico

«Un uomo – ha detto il parroco, don Ernesto Ferretti – che ha saputo intraprendere quel cammino della vita che certo non finisce con la morte». Nella chiesa gremita, spiccavano tra la folla i colori del Calcio Levico, vestiti di giallo come il sole di mezzogiorno i ragazzi dell’Unione Sportiva, che negli anni ’80, Frigo, da presidente, era riuscito a portare fino a un livello paragonabile all’attuale serie D, stemperano la tensione del lutto, e viene ancor più da credere alle parole del parroco, che «la vita non termina con la morte», verità ora brillanti e sicure quasi come il sorriso di Gianfranco che in tanti non dimenticheranno più e… magari ritroveranno un giorno.

Il ricordo di Mellarini

«Lo ricordo con piacere come collega consigliere della Figc regionale – ha detto l’amico ed ex assessore Tiziano Mellarini – e anche come presidente della stessa, con un profondo attaccamento a Levico e a questa terra, capace di stare in mezzo alla gente, col sorriso e l’ironia delle persone intelligenti, a di discutere di calcio ma anche di politica. È stato capace di costruire, un impegno e una partecipazione apprezzata dalla sua comunità e che oggi rende ancor più sentita la sua scomparsa, creando un senso di vuoto e di dolore nei moltissimi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Ritengo che il ricordo più bello che Gianfranco lascia in quelli che l’hanno conosciuto è l’essere stato un esempio di come sia possibile vivere una vita intensa, diventando un punto di riferimento per la propria comunità, e allo stesso tempo trovare lo spazio per i rapporti umani, considerando l’amicizia uno dei valori fondamentali, caratterizzati da tanta serenità e ironia». Salutando Gianfranco, l’auspicio che accompagna ogni amicizia, per la comunità di Levico, è divenuto una sicura promessa: «Tu non morirai!». F.Z.













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