Il Pd e l’ex macello «Non deve  essere svenduto» 

Pergine. Il dibattito sulla vendita dell’immobile del macello pubblico di Zivignago approda in sede consiliare a Pergine per un’interrogazione presentata in questi giorni dal Pd. Dibattito perché...



Pergine. Il dibattito sulla vendita dell’immobile del macello pubblico di Zivignago approda in sede consiliare a Pergine per un’interrogazione presentata in questi giorni dal Pd. Dibattito perché dopo la messa in liquidazione dell’edificio (due anni fa) in quanto non corrisponde più a fini istituzionali dei Comuni interessati (tutti quelli dell’Alta Valsugana), si sono formate due posizioni: quella del liquidatore incaricato (Stefano Moltrer, sindaco di Palù del Fersina) e quella di tutti gli altri sindaci soci della società appunto in liquidazione. Tre aste deserte, un’unica richiesta (della società Bampi di Civezzano, gestore del servizio macellazione da sempre) non ritenuta congrua da tutti i sindaci tranne Stefano Moltrer. Si parla di poco più di 250.000 euro (la stima era di 440.000), a fronte della congruità a livello 300.000 euro, con Pergine a stanziare oltre 400.000 per acquistare l’immobile). In sostanza, Stefano Moltrer spinge per vendere il macello alla società Bampi (tutela degli allevatori e della carne, continuità del servizio di macellazione, unico in valle, eccetera); gli altri sindaci, invece favorevoli a un nuovo bando. Con la Provincia a chiamarsi fuori lasciando ai Comuni l’autonomia di decidere.

Intanto, appunto, l’interrogazione del Pd. I quesiti posti si rifanno alla condivisione del principio che per l’immobile vada perseguito l’interesse collettivo, con una vendita che eviti un danno alla collettività e quindi di svenderlo”; a valutare le ricadute positive del servizio di macellazione in loco; ad analizzare innovazione gestionale, miglioramento tecnologico, diminuzione della burocrazia e certezza di un servizio di qualità. R.G.















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