«Elettrodotto da interrare la politica si mobiliti» 

La sollecitazione. Il Comitato “Custodiamo il paesaggio” chiama in causa la Provincia affinché venga rivisto del tutto il progetto che prevede i mega tralicci e si rispolveri quello “sotto terra”


ROBERTO GEROLA


Pergine. Alza il tiro il Comitato “Custodiamo il paesaggio” e chiede che l’interramento dell’elettrodotto lungo i crinali dei monti che circondano Pergine sia sostenuto anche a livello politico. Qualche settimana fa, il “Comitato” (al suo attivo ci sono 1.600 firme contro la nuova linea aerea) era intervenuto citando un incontro in Provincia con il presidente Fugatti e i suoi tecnici da una parte, e una ventina di componenti del Comitato, dall’altra. Erano tornati alla carica (la prima volta era stata nel 2015) per chiedere l’interramento ed evitare il deturpamento del territorio e del paesaggio in genere. Ritenevano (e ritengono tutt’oggi) che la linea aerea sia impattante oltre che pericolosa su più fronti. Se fino a qualche tempo fa, dice il Comitato, si individuava nei mega tralicci e nelle linee aeree pericolose (per la salute) fonti di inquinamento elettromagnetico. Ma ora, è stato individuato un altro pericolo oltre che danni e costi per il cittadino.

I pericoli di una nuova Vaia

Responsabile è “Vaia”, il nubifragio che a fine ottobre ha stravolto il panorama anche perginese (e della valle dei Mocheni). Ma l’effetto disastroso di Vaia non ha riguardato solo il patrimonio boschivo. Ha infatti provocato seri danni alla rete di distribuzione della corrente elettrica rendendo necessario il rifacimento di lunghi tratti di linee elettriche, tanto che pali di sostegno e relativi cavi sono finiti a terra e per riportare a vita i centri abitati con case, alberghi, strutture, attività commerciali e produttive le abitazioni, si è dovuto intervenire con mega generatori che sono rimasti in funzione anche per mesi. E’ stato il caso di Vignola, ma anche di varie località in valle dei Mocheni, Kamaovrunt per prima, tanto per citare un caso eclatante. Per le famiglie e le attività i danni sono stati particolarmente elevati insieme ai relativi costi.

Percorrere l’“Opzione 2”

Anche in questo senso dunque la richiesta di chiudere il capitolo “tralicci” che posti un po’ dovunque avrebbero inquinato l’ambiente dal punto di vista visivo, e di procedere con l’Opzione 2 che già quattro anni fa prevedeva appunto l’interramento e che era stata scartata subito e troppo frettolosamente. In tal senso anche la spinta dal Comitato 290 che vedeva nell’interramento un presunto ostacolo all’abbattimento dei tralicci e linee aeree che attraversato l’abitato di Pergine da ovest ad est (provenendo da Trento). «Tanto più - sostengono ancora - che l’effetto Vaia ha indotto i tecnici ai primi interramenti laddove erano previste linee aeree. Come in Primiero e in Alto Adige. Questo perché anche i tecnici hanno capito che l’interesse della collettività si fa attraverso la tutela del territorio».

Da qui appunto, supportati dai tecnici di Terna e della Provincia, l’auspicio che la proposta di interrare tutto trovi anche l’appoggio delle forze politiche che si affiancherebbero così alla palesata volontà di ripensare la nuova rete elettrica in chiave “più ambientale”. Anche perché l’interramento non soluzione incompatibile con l’abbattimento dei tralicci sopra le case.

L’ultima considerazione espressa è quella relativa alla necessità di mantenere la certificazione Gstc (eco-sostenibilità ambientale con la responsabilità dei cittadini) data recentemente alla Valsugana.













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