“Ursus, storie di uomini e di orsi” un racconto dalla preistoria ad oggi 

Cles. Domani, alle 18, a Palazzo Assessorile si inaugura la mostra “Ursus, storie di uomini e di orsi”, che rimarrà aperta fino al 3 novembre. Ieri la presentazione nella sala baronale dello storico...



Cles. Domani, alle 18, a Palazzo Assessorile si inaugura la mostra “Ursus, storie di uomini e di orsi”, che rimarrà aperta fino al 3 novembre. Ieri la presentazione nella sala baronale dello storico palazzo che destinerà alla mostra due interi piani per raccontare, attraverso reperti archeologici, stemmi, dipinti, statue, maschere, stampe manoscritti, giocattoli e tanto altro, un rapporto antico di migliaia di anni.

Curatrice della mostra è Silvia Spada, già responsabile dell'Ufficio Musei del Comune di Bolzano che negli spazi del palazzo clesiano è riuscita a realizzare un armonico concentrato di immagini, suggestioni e vicende legate alla storia dell’orso, l'animale che nell’iconografia medievale era considerato il più vicino all’uomo: perché sta eretto, usa le zampe come mani, è onnivoro ed è l’unico animale (scimmie a parte) che riesce a salire e scendere le scale a pioli.

«Parlare di orsi oggi non è facile per strette ragioni di cronaca. La mostra per questo evita atteggiamenti da tifo pro o contro limitandosi ad esporre i segni di un rapporto uomo - orso che risale alla preistoria» - ha detto l'assessore alla cultura Vito Apuzzo introducendo l'incontro, chiuso poi dal sindaco Ruggero Mucchi.

«Data la mole del materiale a disposizione e la dote di collaborazioni, il mio lavoro è stato soprattutto di scelta, partendo da concerti generali comuni alle varie culture europee fino al particolare del mondo alpino e della valle di Non, con le storie di caccia riassunta nella famiglia Lorenzoni» - ha spiegato la Spada che per l'allestimento si è avvalsa del trentino Roberto Festi e di Anna Pintarelli di Bolzano. La mostra, con il sostegno della Cassa Rurale Val di Non e di vari partner pubblici e privati, è divisa in sezioni con una percorso che si snoda tra la preistoria, il Medioevo, le devozioni e le leggende popolari (San Romedio, ma non solo), il carnevale e anche i tanti peluche e giochi che si rifanno a questo plantigrado stretto nella storia tra timori e simpatie.

Una sezione riguarda anche sugli orsi da circo (addomesticati) ed un'altra contiene una selezione di volumi, dalla favole in giù, che hanno per protagonista l'orso. Il tutto senza mai scivolare nell'attualità tra i pro e i contro l'orso come ha anche ribadito il sindaco, particolarmente fiero di questa iniziativa che rompe per quest'anno la tradizione delle grandi mostre d'arte nel palazzo clesiano. «Siamo vicini a Castel Caldes, dove l'estate è dominata da una collezione importante d'arte, abbiamo voluto evitare sovrapposizioni».

Otre alla mostra, che come detto andrà avanti fino a novembre, ci sono vari eventi di contorno tra cui il concerto dell’8 agosto in cui, interpretando il mondo alla rovescia, verrà eseguita un’opera di Mahler che, sull'aria di “Fra Martino campanaro...”, descrive un funerale dove sono gli orsi ed altri animali antropizzati, ad accompagnare il cacciatore verso la sua ultima dimora. G.E.















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