Tovel, chiude la strada e Fero s’incatena 

Il divieto di transito per 120 giorni è una condanna a morte per il rinnovato ristorante di suo fratello, Lorenzo Valentini  


di Giacomo Eccher


TUENNO. Incatenato al guard rail, nel gelo all’imbocco della val di Tovel. Questa la clamorosa protesta inscenata ieri da Ferruccio “Fero” Valentini, contro l’ordinanza che, dalle 20 del 21 dicembre ha chiuso al traffico la strada di accesso fino al 30 aprile per il ripristino della carreggiata danneggiata dal maltempo. Oltre 120 giorni di stop che suonano come una campana a morto per il ristorante Capriolo, posizionato a circa metà valle e aperto al pubblico lo scorso mese di settembre, dopo una costosa ristrutturazione che vede svanire la possibilità di lavorare durante le festività.

«Per Natale avevo molte prenotazioni, adesso devo disdire tutto quanto e mi ritrovo con quattro dipendenti da mandare a spasso» - afferma sconsolato il titolare del locale, Lorenzo Valentini (fratello del Fero) che prende parte alla protesta.

Lorenzo Valentini – ci racconta – da giorni stava cercando di scongiurare, in tutte le maniere, il drastico provvedimento sancito nella prima mattinata del 22 dicembre con il segnale di divieto di transito ed una serie di new jersey che bloccano la carreggiata. Ma non per tutti. L’ordinanza infatti, a firma dell’ingegner Silvio Zanetti dirigente del Servizio gestione strade della Provincia, prevede una serie di deroghe al divieto per i veicoli del Corpo forestale, dei Custodi comunali, dei Guardaparco e in genere dei veicoli delle aziende fornitrici di servizi a condizione che i conducenti accertino le condizioni per viaggiare in sicurezza. «Una situazione paradossale che non tiene conto della realtà del territorio e della storia di questa valle dove la gente di Tuenno, d’inverno, è sempre entrata per le pratiche forestali. Adesso con una firma calata dall'alto si pretende di sigillare un'intera valle ignorando le conseguenze» - sbotta Fero Valentini intenzionato a portare avanti la sua protesta ad oltranza.

Ma poi ci ripensa e convinto dal fratello, apre il lucchetto che lo lega alla pesante catena perché rischia davvero di beccarsi una polmonite. «Ma domani torno qui» - promette. Fino a quando la strada non riaprirà.

Il gesto è comunque emblematico e trova la comprensione anche del sindaco di Ville d'Anaunia, Francesco Facinelli. «Sono due settimane che cerchiamo di trovare con gli uffici provinciali una soluzione che eviti la chiusura totale dell’arteria fino a primavera inoltrata. Abbiamo chiesto ai geologi di circostanziare meglio l'eventuale pericolo e intervenire con urgenza nei punti più rischiosi, ma non c’è stato nulla da fare» - afferma il primo cittadino. Che contava almeno di ottenere delle deroghe, come è successo negli ultini due weekend, per le prossime festività. Ma invano.

Impraticabile anche la via politica. Lorenzo Valentini ha cercato di parlare con i vari assessori e con lo stesso presidente Fugatti quanto meno per far conoscere il grosso danno che si trova a dover sopportare con un divieto che gli blocca l'attività che ha appena riaperto. «Parlano tanto di danni da maltempo, anche il mio è un danno da maltempo» - afferma. Nel frattempo alla barriera di Santa Emerenziana, all'imbocco della Val di Tovel, continuano ad arrivare veicoli e gli autisti, dopo aver letto con sorpresa l'ordinanza e solidarizzato con la protesta, fanno dietrofront. Aspetteranno la primavera.













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