Sulle piste della Predaia sopra le doghe della birra 

La sesta edizione della gara tra nostalgia e goliardia quest’anno è abbinata al Memorial Pilloni, il primo a credere alle potenzialità turistiche della zona



PREDAIA. Domenica sulle piste della Predaia c’è la “Festa delle doghe”, sesta edizione della gara tra amarcord e goliardia sulle doghe della birra, abbinata quest’anno al Memorial Renzo Pilloni in ricordo del pioniere noneso che per primo aveva creduto sulle potenzialità turistiche anche invernali della zona. Alle 11 iniziano le prove libere sulla pista dello skilift, alle 14.30 la gara vera e propria, mentre le premiazioni saranno alle 16.30 al bar ristorante Solarium della famiglia Rizzardi, che organizza l’evento col Mandasprizz Caffè Centrale di Coredo. Al gruppo più numeroso andrà in premio un fusto di birra HB. Iscrizioni 5 euro (compreso un boccale di birra da 0,5l) e per tutta la domenica musica e fornitissimo ristoro (info ed iscrizioni al 0463 463016 o 345 229077). La discesa libera si corre con sci ricavati dalle botti di birra, le doghe, fissati ai piedi con cinghie di cuoio.

Renzo Pilloni, di Cles, negli anni Ottanta per primo, con le sole sue forze, aveva realizzato ben due impianti di risalita sull'altipiano, uno skilift (Ciasazza, nel 1972) poi ricostruito e rimodernato dieci anni fa dalla Predaia spa (ora Altipiani val di Non) ed attualmente di proprietà di Patrimonio Trentino spa) e “l'ancora Predaia” (nel 1974), demolito ed abbandonato una ventina di anni fa.

Renzo Pilloni (morto nel 1982) agli inizi degli anni Settanta aveva deciso di creare un piccolo impianto di risalita sulla Predaia. «Vedevamo la distesa bianca dalla finestra della nostra casa di Cles e mio marito, anche se lavorava nel mondo frutticolo, aveva in testa la differenziazione dell'economia, per affiancare all'agricoltura anche un po' di turismo sull'onda dell'entusiasmo che circondava la vicina valle di Sole» – aveva ricordato la vedova Franca Tommasini quando, nel 2004, c'era stata l'ultima corsa del vecchio skilift. Agli anni ’70 risale anche la strada provinciale di collegamento degli abitati di Smarano e Sfruz con Vervò. Dell’interesse verso l’altopiano rimangono inoltre i ricordi dei soggiorni di affermati professionisti dello spettacolo ospitati dal signor Campi, noto editore milanese, nella villa costruita in località Credai di Sfruz. Attorno al 1970 l’editore Campi aveva acquistato 29 ettari in prossimità del Passo Predaia: l’intenzione era di costruire un villaggio turistico in quota, idea poi naufragata. C’era inoltre interesse per lo sci di fondo con l’organizzazione della “Marciacurta”: creata quasi in contemporanea con la Marcialonga di Fiemme e Fassa, la marciacurta era arrivata ad ospitare oltre 5 mila appassionati. Pilloni come detto è morto nel 1982, gli skilift sono poi stati ceduti a una cordata di imprenditori locali. Nel 1998 è subentrata una società formata dai Comuni che nel 2000, in un’ottica di risparmio, ha sostituito l’attuale skilift con una struttura più moderna e nel 2006 ha eliminato lo skilift “ad ancora”, depotenziando l’offerta. Unitamente agli impianti del Roén e del monte Nock, la spa Predaia è confluita nella Altipiani Val di Non spa, che nel 2013 ha ceduto il Solarium Predaia e una vasta area ai Rizzardi. (g.e.)















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