«Preferite relazioni vere alla solitudine della rete» 

L’incontro di Ossana. Sull’onda dell’emozione per la morte di Matteo Bezzi, il teatro di Fucine venerdì era stracolmo. I relatori hanno invitato i ragazzi a parlare e a chiedere aiuto


EVA POLLI


Ossana. La cultura è l’unica arma per difendersi dallo sciacallaggio della rete; i genitori, il cui ruolo di educatori è strategico, devono far rete con la scuola e non demolirne mai l’autorevolezza. “Segando” il docente che non piace, tagliamo anche le gambe ai nostri figli.

Questo è il messaggio fortissimo che Mauro Berti, ispettore, commissario di Polizia postale, responsabile dell’ufficio indagini pedofilia e scrittore di numerosi libri su bullismo, cyderbullismo e inganni della rete, ha rivolto al pubblico del teatro di Fucine di Ossana stracolmo, venerdì sera, di educatori e studenti.

Sommerso e troppo grande

Chi si aspettava un rassicurante elenco di successi delle forze di Polizia postale nel rintracciare e debellare gli autori di frodi e ricatti in rete, è rimasto deluso. Il mondo sommerso in internet è troppo grande per venirne a capo e non c’è filtro sul computer di casa che i ragazzi non riescano a bypassare, ha detto Berti. L’unico modo per difendersi è fare cultura, riguadagnando passo per passo e con grande sforzo la capacità di mettersi in relazione e di comunicare. Senza la scuola e l’associazionismo non c’è relazione.

Trappole mortali

Nel frattempo, internet procede per algoritmi che talora mettono in atto trappole mortali, come purtroppo è accaduto a Ossana, con il suicidio di Mattia Bezzi, 19 anni, ricattato per delle foto “sessualmente esplicite” che aveva condiviso con una persone “conosciuta” online. Ciò che purtroppo spiega l’enorme partecipazione alla serata. Berti peraltro nel chiedere conto di una partecipazione così ampia che un anno fa non c’era stata, ha ricordato agli educatori la necessità di esserlo sempre e non sporadicamente quando il dolore esce tragicamente allo scoperto. La relazione con gli altri, ha detto l’ispettore, si allena continuamente, la conversazione è una specie di danza che prevede in successione l’ascolto e la parola. S’è dispiaciuto che a favorire tanta mobilitazione sia stato un evento così doloroso come la disperata scelta di Mattia Bezzi. Se avesse chiesto aiuto ai familiari, ai poliziotti, agli amici delle associazioni, avrebbe trovato la via per uscirne.

I consigli di Berti

Berti ai moltissimi ragazzi delle medie e dell’Enaip coinvolti nel progetto “Io posso scegliere”, illustrato da Roberta Barbetti, assessore alle politiche giovanili di Mezzana, e promosso dal Piano Giovani dell’alta Val di Sole e dai Comuni di Vermiglio, Peio, Ossana, Pellizzano Mezzana e Commezzadura, ha dato solo pochi ma stringenti consigli che non passano dalla caccia ai colpevoli, spesso lontanissimi e irraggiungibili, ma dalla necessità di costruirsi un’identità diversa da quella digitale, così fragile e ricattabile, e dalla complessa e faticosa ricerca di relazioni vere e concrete con il mondo evitando di isolarsi nella solitudine della rete.

Interrompere i contatti

L’unica via per uscire dall’incubo del ricatto di questi miserabili, purtroppo in grado di controllare i nostri comportamenti spiandoci con sofisticati sistemi tecnologici è: non pagare, staccare con quella tecnologia diventando irraggiungibili (funziona, perché chi sta dall’altra parte non ha tempo da perdere per riagganciare il contatto), parlarne cosicché il pasticcio, pur restando tale, avrà perso buona parte della sua impasse emotiva neutralizzando la condizione di paura imprescindibile per il ricatto.

Chi contattare

A questo Laura Marinelli, assessore alle politiche giovanili di Ossana, ha aggiunto la possibilità di contattare: il sito “Tra di noi”, rete sviluppata dalla Provincia in cui rispondono ragazzi giovani; il Numero verde, il Centro di Aiuto alla Vita, il Consultorio, i Centri di alcoologia di Cles e Malé. «Noi ci siamo sempre, non tanto per dar corso a indagini che non restituiscono quasi mai il maltolto, ma per ascoltare e per sdrammatizzare, per ricondurre l’esperienza a contorni meno disastrosi e paurosi di quelli che rimanda la solitudine». «Telefonateci», ha esortato Berti.All’incontro di Ossana, aperto dal sindaco Luciano Dell’Eva, seguiranno, nell’ambito di “Io posso scegliere” un incontro con la psicologa Giulia Tomasi e lunedì 25 novembre a Cusiano (ore 20.15) e un incontro di restituzione del progetto nelle classi seconde medie e prime Enaip.

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