Pesticidi, nove fiumi da tutelare 

In Val di Non iniziano i trattamenti fitosanitari: ecco le misure per mitigare l’impatto sull’ambiente



VAL DI NON. Il piano di tutela delle acque della Provincia stabilisce che i corpi idrici definiti “non buoni” siano sottoposti ad interventi di risanamento mirati e ad azioni di mitigazione dell’inquinamento. Sono 29 i corpi idrici in Trentino in cui è stata accertata la presenza di fitofarmaci e di questi nove sono in valle di Non ed interessano settori dal basso Noce al Moscabio in Alta Anaunia, dal torrente Novella alla Tresenica e dal rio Ribosc al Sette Fontane in zona Predaia.

Preso atto anche di questa situazione, il 19 marzo la Fondazione Mach ha diffuso una nota sulle “Misure per la tutela dell’ambiente acquatico in attuazione del Pan”, piano di azione nazionale, che ha recepito la Direttiva Ce 128/2009 in materia di corretto impiego di fitofarmaci. La nota si apre con due riferimenti precisi, il decreto legislativo 152/06 e la delibera della giunta provinciale di Trento 736/2017. Il decreto legislativo prevede la ricerca di una lista di sostanze pericolose definite prioritarie (idrocarburi, solventi, metalli pesanti, fitofarmaci) particolarmente pericolose per l’ambiente acquatico perché in grado di accumularsi negli organismi viventi. Per queste sostanze sono indicati dei limiti, il superamento dei quali comporta la classificazione “non buono” del corpo idrico.

La delibera della giunta provinciale individua invece le misure di tutela dell’ambiente acquatico finalizzate alla riduzione dei rischi derivanti dall’uso di prodotti fitosanitari. Il compito di accertare la qualità dei corpi idrici spetta all’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente attraverso il controllo di una rete di 412 punti di rilevamento. Agli effetti delle misure da adottare e dei controlli vanno considerati anche gli affluenti rappresentati nelle mappe riportate nella parte descrittiva della nota della Fondazione Mach. L’applicazione della misure riguardanti corsi d’acqua e laghi è scaglionata nel tempo dal 2018 al 2021.

Per quanto riguarda il 2018, tra le misure da applicare sull’intero territorio provinciale c’è il divieto di effettuare il diserbo chimico per una fascia di 10 metri dall’argine del corso d’acqua; il mantenimento dell’inerbimento permanente sull’interfilare delle colture arboree e l’obbligo di dirigere il getto dall’esterno verso l’interno del campo per una fascia di almeno 10 metri. Obblighi ancora più restrittivi sono previsti già da quest’anno in prossimità dei corpi idrici di qualità “non buono” con l’utilizzo di sistemi antideriva in prossimità di corsi d’acqua e laghi per almeno 10 metri dal corso d’acqua superficiale o lago che non presenti una fascia riparia arboreo-arbustiva. Per le coltivazioni fuori terra (fragole e piccoli frutti) il piano prevede il mantenimento di una fascia di rispetto di almeno 30 metri dai corpi idrici fluviali di qualità “non buona” e di almeno 50 metri dai corpi idrici lacustri con la stessa qualifica. In alternativa impermeabilizzazione del suolo. Sempre entro quest’anno è prevista l’eliminazione di sostanze attive fitosanitarie al fine di raggiungere lo stato ecologico e chimico buono entro il 31 dicembre 2018. L’elenco comprende 80 sostanze e punta il dito in particolare sul Clorpirifos etil. Fascia di rispetto inerbita non trattata in prossimità di corsi d’acqua e fascia arbustiva o arboreo-arbustiva in prossimità di corpi idrici lacustri entro il 31 dicembre 2021.













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