Le Tagesmutter dalle mani legate 

Malosco: sono 2 ma operano solo in part-time per la convenzione del Comune con il nido di Sarnonico


di Giacomo Eccher


MALOSCO. Ci sono gli spazi, l’ex canonica ristrutturata a proprie spese dal Comune che si è riservato come compenso metà immobile, e ci sono in paese le due Tagesmutter abilitate, ma non possono operare a causa di una disposizione che vieta la “compresenza operativa” di due operatrici se il Comune in cui operano è in convenzione con un nido comunale. Succede a Malosco, comune dell’Alta valle di Non dove non esiste il nido ma il Comune è appunto in convenzione con la struttura del vicino paese di Sarnonico dove peraltro, e questa appare un’ulteriore incomprensibile incongruenza, c’è una lista d’attesa di ben 13 bambini.

Tornando a Malosco, attualmente le due Tagesmutter che operano nella struttura comunale destinata allo scopo possono ospitare al massimo 5 bambini, dovendosi alternare in part time, una al mattino e l’altra al pomeriggio, per coprire l’intera giornata. «In realtà gli spazi, bellissimi e perfettamente sistemati, ci sarebbero per ospitare dieci bambini se fosse loro consentito, come sarebbe logico, operare in compresenza tutta la giornata, ma non possono farlo e noi non sappiamo che pesci pigliare», racconta al Trentino una delle mamme parlando anche a nome di altre tre colleghe nella stessa condizione. In particolare, tre mamme lavorano come stagionali in alberghi del paese e la quarta, con due gemellini, deve cercare di conciliare quasi l’impossibile, la cura dei suoi gemellini con il lavoro in un negozio al Passo Mendola: «Non riusciamo a comprendere come non si possa trovare soluzione al problema visto che la struttura c’è, è addirittura di proprietà comunale e c’è la disponibilità sul territorio di due figure professionali abilitate e disponibili al tempo pieno come Tagesmutter. Un’assurdità che ci complica moltissimo la vita per un’assurda disposizione burocratica», conclude la mamma.

Sulla questione abbiamo sentito il sindaco Walter Clauser, che si dice d’accordo con le mamme ma spiegando di avere le mani legate: «La struttura è a disposizione, anzi saremmo ben felici che venisse usata appieno come era nelle intenzioni quando è stata realizzata, anche perché significherebbe creare un nuovo posto di lavoro a tempo pieno in paese. Purtroppo ci blocca una delle tante normative che sembrano fatte apposta per non risolvere problemi che ci sono sul territorio e che interferiscono pesantemente con la vita quotidiana di tante famiglie», afferma il primo cittadino. La normativa che cita il sindaco è stata stabilità a quanto pare dal Consiglio delle Autonomie locali, con l’obiettivo - è evidente - di salvaguardare i nidi comunali, che però non possono esserci dappertutto. «Questa è una disposizione - conclude Clauser - che evidentemente non tiene contro della realtà delle valli trentine e di chi ci abita e auspico venga cambiata». Tutto questo, viene da aggiungere, alla faccia delle preoccupazioni per il progressivo calo delle nascite e degli incentivi (?) annunciati per favorire le giovani coppie ad avere figli, l’unico vero e serio “investimento’ che potrebbe dare un futuro alle piccole realtà di montagna.

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