In Alta valle di Non tutti sono diventati contadini 

I controlli della Polizia Locale. Proliferano i lavori in campagna anche con la collaborazione dei parenti alla lontana, ora autorizzati. Molte le segnalazioni di strade imbrattate di letame


Giacomo Eccher


Val di non. Imbrattamento delle strade con il letame che viene trasportato dalle stalle in campagna, spostamenti per fare la spesa da comune a comune ed il proliferare dei lavori in campagna perché, in certi paesi adesso che bisognerebbe stare il più a lungo possibile in casa sono diventati tutti contadini. Sono questi, oltre all’emergenza coronavirus che è sempre la preoccupazione maggiore, il carico di lavoro “ordinario” della Polizia Locale Alta valle di Non, una nucleo di tre agenti (2 più il comandante) con sulle spalle un territorio che va da Cis, ai confini con la Valle di Sole, a Ruffré Mendola ed Amblar, alle propaggini del Roén e dell’Alto Adige.

Il punto lo abbiamo fatto con il comandante Diego Marinolli che copre la giornata tra brevi turni sul territorio e molto tempo in ufficio rispondendo alle moltissime telefonate che piovono nella centrale operativa ospitata al piano superiore del municipio di Fondo. «Gli altri due agenti si alternano nell’orario e così solo per qualche ora riusciamo anche ad avere pattuglie sul territorio. In alcuni casi ci affianchiamo alla Guardia di Finanza o/e alla Forestale, ma con questo organico facciamo tutto quello che è possibile fare» - afferma.

Sui controlli di persone con residenza in altre regioni e che attualmente risiedono nelle moltissime seconde case dell’alta valle la situazione appare stabile. «Dai controlli fatti risulta che sono arrivati qui prima dell’8 marzo, la data del primo decreto Conte, e stanno rispettano le consegne rimanendo nelle abitazioni tranne le uscite autorizzate» - spiega il comandante.

Molte invece le segnalazioni in questi giorni sulle strade comunali imbrattate, alcune in modo pesante, dal letame e dal liquame stallatico: in alcune zone è un disastro. «Stiamo cercando di intervenire ma ci vorrebbe più personale, così possiamo fare ben poco!» . A complicare l’attività di controllo è arrivata la recente normativa che ha allargato dal 4° al 6° grado di parentela con il titolare l’autorizzazione a svolgere supporto ai lavori in campagna. «Una situazione che in alcuni paesi agricoli significa di fatto la liberalizzazione di tutta la popolazione che con la motivazione del lavoro in campagna può liberamente muoversi. Anche su questo perdiamo un sacco di tempo nel rispondere alle richieste di sapere cosa si possa o non si possa fare, perché la normativa non è chiarissima e lascia spazio all’interpretazione un po' troppo ampia»

Comunque la preoccupazione di fondo rimane il coronavirus e su questo versante le preoccupazioni non mancano anche per le dotazioni di protezione fornite che non sono affatto tranquillizzanti per chi è costretto a controllare le persone sul territorio. «Forniture ce ne sono, ma sull’efficacia per la tutela degli operatori non c’è da mettere la mano sul fuoco e cerchiamo di arrangiarci» - afferma Marinolli. Situazione complicata dunque quella dell’Alta valle di Non ma non certo come quella che stanno attraversando i Corpi di Polizia Locale in altre valli del Trentino. «In certe zone c’è davvero da piangere, non so come facciano quei colleghi a resistere. Quando penso a loro, noi qui, pur con tutti i problemi che quotidianamente dobbiamo affrontare, ci sentiamo dei privilegiati».

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