«Il referendum è sacro ma abbiamo perso il tram» 

Il giorno dopo del no alla fusione. I sindaci di Ossana e Pellizzano dispiaciuti per l’esito negativo della consultazione popolare, che rispettano, ma vedono un futuro in salita per i loro Comuni


Fabrizio Brida


Ossana-pellizzano. Il Comune di Castel San Michele, che avrebbe dovuto unire Ossana e Pellizzano, rimane una chimera. Il verdetto dei cittadini è stato chiaro: no alla fusione. Chiamati alle urne nella giornata di domenica, la maggioranza dei votanti ha espresso, sia a Ossana (57,62%), sia a Pellizzano (52,91%), la propria contrarietà alla nascita del Comune unico a partire dal 1° gennaio 2021.Nulla cambia, dunque, e le due amministrazioni confinanti resteranno al loro posto fino alla primavera prossima.

Non possono naturalmente essere soddisfatti i sindaci Luciano Dell’Eva e Dennis Cova, i primi promotori di un matrimonio saltato a un passo dall’altare, anche se entrambi sostengono di accettare serenamente l’esito del referendum, forse la massima espressione di democrazia.

Il sindaco di Ossana

«Naturalmente non posso essere felice – rivela Luciano Dell’Eva, primo cittadino di Ossana – ma rispetto la scelta fatta dai cittadini. Per noi era già una conquista aver portato la gente al referendum e aver dato vita a due mesi di approfondimenti e discussioni che hanno riguardato davvero il Comune, probabilmente per la prima volta nella storia. Abbiamo creato un dibattito unico e questo è certamente un aspetto positivo, al di là del risultato».

Rimane comunque l’amarezza per un’opportunità che, secondo il sindaco di Ossana, andava colta. «È stato come perdere il tram – spiega Dell’Eva –. Il momento giusto era adesso: insieme a Pellizzano avevamo trovato le forze per unirci ed essere all’unisono, eravamo sulla stessa linea. Probabilmente per quanto riguarda le risorse economiche ci attendono momenti meno belli di quello che stiamo attraversando. È stata un’occasione persa, e non è stata persa di molto».

Dal punto di vista personale Dell’Eva si dice sereno e convinto di aver fatto ciò che doveva. A maggio, quando la sua terza legislatura sarà conclusa, per forza di cose lascerà il posto a qualcun altro. «Nell’ultima serata pubblica avevo dichiarato che in ogni caso, anche se fosse passata la fusione, non mi sarei ricandidato – confessa –. Continuerò a pensare ai miei presepi».

Il sindaco di Pellizzano

Anche per quanto riguarda le considerazioni del giorno dopo – e non solo per l’idea di fusione – il sindaco di Pellizzano Dennis Cova è sulla stessa lunghezza d’onda di Dell’Eva. «Per me il referendum popolare è una cosa sacra – dichiara Cova –. Prendiamo atto della decisione presa dai cittadini e andiamo avanti. Ovviamente mi dispiace per il risultato perché ci tenevo, ho sempre rimarcato comunque che non facevo della fusione un fattore politico, ma un’espressione della nostra gente».

L’idea di fusione era sorta per ridurre i costi della struttura amministrativa e migliorare l’efficienza e la produttività, ma anche per avere un peso specifico dal punto di vista politico diverso, sia in valle che oltre i confini solandri.

«A questo punto spero vivamente che almeno le gestioni associate tengano duro – conclude Cova –. Anche se magari è fatta male, credo sia l’unica soluzione che ci garantisce di stare insieme con i nostri vicini. Non voglio pensare a un futuro in cui non si possa collaborare».













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