«Boicottano il crossodromo con falsità e disinformazione» 

La difesa della Federazione trentina. Il presidente Nicola Versini risponde per primo  ai gruppi di minoranza, che hanno tirato in ballo le questioni della fideiussione e dei parcheggi 


Giacomo Eccher


Coredo. Crossodromo di Coredo, basta disinformazione. A dirlo è il presidente della Federmoto trentina, Nicola Versini prendendo lo spunto dall’interrogazione che i gruppi di minoranza di Predaia Unita e Predaia Futura hanno depositato nella segreteria del Comune a Taio. Quesiti – lascia intendere - che paiono chiaramente ispirati da chi vuol in ogni modo boicottare l’impianto e che muovono da inesattezze che vanno immediatamente corrette e confutate.

Due in particolare sono i punti che premono al presidente. Il primo è la questione della fideiussione bancaria da 200.000 euro, che a detta degli interroganti sarebbe stata la causa dell’abbandono da parte del Moto Club Rallo che era risultato aggiudicatario del primo bando di gestione del crossodromo. «È assolutamente falso, la riduzione a 40.000 della fideiussione era stata accordata dal Comune al Moto Club Rallo, che ha però ugualmente abbandonato la gestione. Circostanza questa suffragata da un documento che lo stesso Moto Club Rallo ha fatto pervenire alla Federmoto e dunque inoppugnabile. «Ma di cosa stiamo discutendo? Una fideiussione bancaria, e chi organizza gare di moto lo sa perfettamente, ha un costo, per una copertura da 40.000 euro, di circa 600-700 euro annui. Costi che ogni Moto Club può benissimo sopportare.... Vista la rinuncia, il Comune ha dovuto cercare un’altra strada a trattativa privata come consente la normativa».

«E quanto all’affiliazione dei cinque anni, che il Moto Club Cles valli del Noce non avrebbe, quella era una condizione del bando originale, non c’entra nulla con la trattativa privata». A proposito dei parcheggi, che a Coredo scarseggiano, Nicola Versini si limita ad osservare che il crossodromo di Pietramurata per arrivare ai livelli di oggi ha impiegato 30 anni. «Diamo tempo ad una società giovane come il Moto Club Cles di crescere e di organizzarsi, come Federazione ha tutto il nostro appoggio anche perché, per quanto riguarda il Trentino, non c’erano alternative. E chi non può certo recriminare è chi l’impianto lo aveva in casa già pronto e disponibile, bastava tenerselo. Se hanno cambiato idea, fatti loro, ma lascino in pace chi ha invece voglia di fare».













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