Baite e ruderi in montagna Anche Cles ora sa cosa farne 

In consiglio comunale. Approvato all’unanimità il piano di valorizzazione e conservazione Prima presentato il progetto per la sistemazione dell’incrocio tra le vie del Monte, Chini e S. Vito 


Giacomo Eccher


Cles. Solidarietà e preoccupazione per il Cile, dove vivono molte famiglie di origine trentina; via libera al piano baite, un documento atteso da decenni e il nuovo incrocio tra via del Monte, via Chini e via San Vito nel rione di Spinazzeda. Questi i tre temi affrontati l’altra sera dal consiglio comunale di Cles.

Mozione per il Cile

In apertura lavori, con inserimento seduta stante all’ordine del giorno, è stata discussa la mozione preparata dal presidente dell’aula Luciano Bresadola sul Cile, con condanna delle violenze che rimbalzano attraverso i media dal paese sudamericano, una delle democrazie dell’area che sembravano più stabili e progredite. Il dispositivo, dopo un confronto con l’assessora all’istruzione Cristina Marchesotti, è stato implementato con un riferimento ai rapporti che il locale Liceo Russell intrattiene con una scuola di pari gradi de La Serena, città cilena dove vive a un’ampia colonia di discendenti trentini. «La mozione ha lo scopo di sensibilizzare la nostra popolazione su questo tema e di esprimere solidarietà e vicinanza ai cileni di origine trentina che soffrono per queste violenze e per l’incertezza sul futuro» - ha spiegato Bresadola.

Viabilità

Il consiglio si è poi occupato, a titolo informativo, dell’incrocio tra vie del Monte, via Chini e via San Vito, argomento approcciato attraverso una relazione del progettista ingegner Mario Larcher. Un nodo delicato e problematico per la viabilità di Cles e del rione Spinazzeda posto che nelle vicinanze ci sono insediamenti come la casa di riposo e il polo scolastico primario (elementari e medie inferiori). La soluzione illustrata dal tecnico comprende anche l’utilizzo in parte del lotto che il Comune ha acquistato ad un’asta fallimentare e che dà la possibilità di adottare una soluzione migliorativa all’incrocio, che attualmente è disciplinato con semaforo, anche per la viabilità pedonale. Quanto alla tempistica si parla di 7 o 8 mesi di lavoro da quando sarà approvato il progetto definitivo, cosa che dovrebbe essere entro un paio di mesi. «La spesa è già prevista dal bilancio» – ha detto il sindaco Ruggero Mucchi, che ha anche annunciato l’inserimento nel progetto di una serie di posti macchina nell’ex terreno Arnoldi che si trova all’incrocio con via San Vito, che è un tratto delle cosiddetta tangenziale ovest che scorre a monte dell’abitato.

Decisione attesa da 20 anni

Punto forte della seduta è stata l’adozione in prima lettura del piano sulla valorizzazione e a conservazione dell’ambiente montano (altrimenti detto “piano baite”). Una decisione che a Cles era attesa da più di vent’anni e che, tanto per fare un raffronto, il confinante comune di Tuenno (ora ville d’Anaunia) aveva adottato già nel 2005.

Un lavoro complicato

«Per Cles è stato più complicato ma ci siamo arrivati e non è stato semplice» - ha detto il vicesindaco ed assessore all’urbanistica Diego Fondriest che ha illustrato le varie tipologie ammesse per conservare e valorizzare il patrimonio montano tradizionale, tra baite “storiche”, edificato esistente e ruderi recuperabili per la funzione originaria di riparo conservandone dimensioni e ingombri. Rimangono fuori dal piano i contenziosi ora alla Corte di Cassazione, con i provvedimenti di abbattimento che seguiranno il loro corso. Il piano è passato all’unanimità.















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