A Livo la mostra sulle 21 donne della Costituente

LIVO. Serata dedicata alle ventun donne che hanno contribuito alla creazione della nostra Carta costituzionale, quella tenutasi mercoledì scorso nella sala consiliare di Livo per inaugurare la mostra...



LIVO. Serata dedicata alle ventun donne che hanno contribuito alla creazione della nostra Carta costituzionale, quella tenutasi mercoledì scorso nella sala consiliare di Livo per inaugurare la mostra “Libere e sovrane”. Una mostra, come ha precisato la vicepresidente dell’associazione culturale Il Quadrifoglio, Maria Elena Beltrami, appositamente voluta in marzo per celebrare la Giornata mondiale della donna e in un luogo istituzionale per rendere omaggio a donne dal ruolo istituzionale. Aspetto questo evidenziato anche nel saluto del vicesindaco, Willi Zanotelli.

La mostra “Libere e Sovrane” è stata realizzata nel 2016 nell’ambito del progetto “I tanti volti delle donne” promosso da Comunità della Vallagarina, con il sostegno della Provincia Autonoma di Trento e in collaborazione con “Se non ora quando”, “A.N.P.I Rovereto” e “Casa delle donne Rovereto”. Una mostra che girato non solo per il Trentino ma anche per il Nord Italia

Composta di ventuno pannelli, riporta una sintesi del pensiero di ognuna delle ventun donne elette nell’assemblea costituente. Di queste donne quattro fecero parte della Commissione per la Costituzione composta di settantacinque membri e furono spesso diversamente trattate dai loro colleghi, quasi poste in secondo piano. Sintomatico di quest’aspetto, come evidenziato dalle curatrici della mostra Micol Cossali e Mara Rossi, è la quasi inesistenza di loro fotografie istituzionali. Per l’onorevole Bianca Bianchi sono riuscite a recuperare una sola fotografia.

Gli atti della Costituente evidenziano come spesso non venivano interpellate dai loro colleghi con gli usuali titoli di “Onorevole” o “Collega”, ma semplicemente come “Signorina” o “Signora”, quasi a sminuirne il ruolo. Eppure molte di esse ottennero più voti di lista dei loro colleghi maschi. Bianca Bianchi ad esempio nel suo collegio ottenne più voti del futuro presidente delle Repubblica Sandro Pertini.

Queste 21 donne appartenenti a schieramenti politici diversi e provenienti quasi tutte da un’esperienza di antifascismo o di resistenza ai nazisti, operarono quasi all’uninsono per l’introduzione nella Carta Costituzionale di principi di eguaglianza e di parità di genere di fronte alla legge, nella famiglia, nel lavoro e nell’accesso alle cariche pubbliche. Questi principi oggi diamo per scontati non lo erano nel 1946. Così nell’ art. 51 lottarono perché la prima dizione di “accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza secondo proprie attitudine” fosse emendato con il più oggettivo “requisiti stabiliti dalla legge” e nell’ambito di pari opportunità tra donne e uomini. Nonostante ciò solo nel 1964 si consentì l’accesso delle donne alla carriera della magistratura. Tra le 21 donne due furono quelle trentine elette nella lista della Democrazia Cristiana: Maria de Unterrichter Jervolino nata a Ossana nel 1902 eletta nel Collegio uninominale e Elisabetta Conci nata a Trento nel 1895 da padre originario di Mollaro (dove è morta il 1 novembre 1965) e da madre di Cavareno eletta nel collegio di Trento con 4.881 voti di preferenza subito dopo Alcide Degasperi che ne ottenne 17.208.

La mostra “Libere e sovrane” è aperta il sabato e la domenica dalle 15 alle 18 sino al 17 marzo. Sono possibili visite straordinarie per gruppi prenotando al numero 328 9453679 o scrivendo una mail a ilquadrifoglio.livo@gmail.com . G.E.















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