Servizio civile a Lavis, una risorsa 

Sette i ragazzi impegnati in vari settori, dal cantiere comunale alla riqualificazione sociale dei Furli


di Daniele Erler


LAVIS. A Lavis c’è un esercito di giovani che danno il loro contributo alla pubblica amministrazione: quasi tutti fanno il servizio civile, ma c’è anche chi fa un tirocinio. E persino chi proviene dall’estero ed è qui per conoscere una nuova cultura. Tutti cercano di imparare qualcosa di nuovo, da spendere poi nel mondo del lavoro o nel loro Paese, una volta tornati a casa.

Questi giovani sono soprattutto una risorsa, perché permettono di realizzare progetti che altrimenti non sarebbero realizzabili con le risorse dei dipendenti comunali.

Lavis è stato fra i primi paesi del Trentino, una decina di anni fa, ad aderire a questa opportunità, una sorta di evoluzione dell’obiezione di coscienza. Ma se un tempo erano poche iniziative per pochi giovani, adesso sono in costante aumento. Soprattutto permettono di dare servizi anche molto concreti ai cittadini, spesso senza che abbiano troppa visibilità.

Per questo ieri i sette giovani – attualmente impegnati, in modi diversi, a Lavis – hanno incontrato la stampa, riuniti intorno a un tavolo, con l’assessore Caterina Pasolli e Luigi Mario Mafezzoli, dipendente comunale che si occupa di politiche giovanili.

«La cosa più importante – dice Mafezzoli – è che i giovani non devono sostituire i dipendenti comunali. Sono qui per dare il loro contributo e per portare i loro talenti. Devono essere valorizzati». Un ideale che poi non è semplice da concretizzare, nel lavoro di tutti i giorni: per riuscirci – spiega l’assessore Pasolli – Lavis mette in campo «progetti innovativi, talvolta presi da esempio da altri paesi in Trentino».

Alessio Valentini collabora con l’ufficio tecnico, in un progetto che prevede lo sbarrieramento degli edifici pubblici, per renderli accessibili anche a coloro che hanno handicap o difficoltà motorie: «Ho il diploma di geometra, ma così ho imparato nuove competenze che userò poi nel lavoro». Stessa cosa per Damiano Giunta, che lavora invece nel cantiere comunale. Ha spalato la neve, si è occupato della manutenzione di strade ed edifici: «Non trovavo lavoro e così mi sono buttato nel servizio civile. Sto imparando tante cose».

Nadia Coslop lavora al progetto “La città invisibile”, per la riqualificazione sociale del quartiere dei Furli. Silvia Galvagni è impegnata in biblioteca e, fra le altre cose, sta ideando un inedito gruppo di lettura per giovani dai 18 ai 25 anni. Annalisa Rossi è coinvolta, dietro alle quinte, in tutte le progettualità che riguardano i giovani. Compresa quella che è forse la più innovativa: una convenzione fra il Comune di Lavis e l’associazione Aiesec. Ogni due mesi arrivano due studenti universitari da uno Stato straniero. Vanno negli asili e nelle scuole, parlano in inglese e raccontano il loro paese di provenienza. Anastasia Tkachenko arriva dall’Ucraina: «Questo progetto mi ha fatto riflettere sulla mia vita: quando tornerò a casa farò di tutto per continuare a lavorare negli asili». Infine c’è Gabriela Ramos, che viene dal Brasile: «Quello che più mi ha impressionato, qui, è vedere come i servizi funzionano bene».

Merito, forse, anche dei giovani del servizio civile.

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