«L’ambulatorio non riapre per carenza di ginecologi» 

Lavis, il direttore dell’Azienda sanitaria Bordon precisa: «Servizio chiuso dal 2014 Ma entro ottobre dovremmo riuscire a garantire la presenza di un’ostetrica»


di Daniele Erler


LAVIS. Entro fine ottobre a Lavis partirà l’attività ostetrica: le mamme saranno seguite durante la gravidanza e nelle settimane successive al parto. Ad annunciarlo è Paolo Bordon, direttore dell’Azienda sanitaria, precisando però che questo servizio è una novità e che non vuole nascondere la chiusura di qualcos’altro.

«Non è vero che abbiamo chiuso un ambulatorio di ginecologia a Lavis, perché quel servizio non è più offerto in paese già dal 2014», precisa il direttore, riferendosi a quanto detto durante la discussione di giovedì sera in Consiglio comunale, come riportato ieri dal Trentino. «Non possiamo chiudere un’attività che già non esiste da tempo. E a noi non risulta nemmeno che il Comune di Lavis ci abbia offerto un ecografo in cambio: se così fosse, siamo pronti ad accettarlo e a studiare al meglio il modo per utilizzarlo».

Il direttore precisa che l’apertura del nuovo servizio nascite non è un “contentino” dato per sostituire il servizio di ginecologia, che ormai da tempo – ovvero da quando nel 2014 è andato in pensione il responsabile a Lavis – si svolge regolarmente a Trento e a Mezzolombardo. Ovvero a pochi chilometri di distanza dal paese. Ma da cosa nasce l’equivoco? «È vero che di recente il Comune ci ha chiesto di riportare il servizio di ginecologia a Lavis – precisa Bordon –. Ma noi abbiamo cercato di spiegare che purtroppo non è possibile, perché non abbiamo a disposizione abbastanza ginecologi per garantire il servizio. Abbiamo però confermato che entro ottobre potremo offrire la presenza di un’ostetrica, che seguirà le donne di Lavis durante la gravidanza e nelle settimane successive al parto». L’assessore alla sanità Isabella Caracristi ammette che negli scambi delle lettere con l’azienda sanitaria, in cui si chiedeva la riapertura dell’ambulatorio di ginecologia, non si era mai parlato esplicitamente dell’ecografo: «Non lo abbiamo specificato: all’azienda abbiamo scritto che eravamo disponibili a valutare la presa in carico di eventuali oneri economici, sperando di avere poi l’occasione per specificare meglio le nostre intenzioni. Solo in Consiglio comunale abbiamo condiviso l’idea dell’ecografo, motivando l’emendamento alla variazione di bilancio. In ogni caso, ci tengo a precisare che siamo contenti della volontà di aprire i percorsi nascite, un servizio che a Lavis non c’era e che riteniamo sia molto importante per le nostre donne».















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