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Mezzolombardo. Sull’intervista pubblicata ieri dal Trentino al candidato sindaco di “Futuro Insieme” a Mezzolombardo, Giorgio Devigili, interviene Nicola Paoli, segretario generale della Cisl medici....



Mezzolombardo. Sull’intervista pubblicata ieri dal Trentino al candidato sindaco di “Futuro Insieme” a Mezzolombardo, Giorgio Devigili, interviene Nicola Paoli, segretario generale della Cisl medici. Lo fa riferendosi ovviamente alle parole sul centro sanitario San Giovanni. Devigili aveva dichiarato di essere in linea con il piano sanitario provinciale. Ma anche di essere intenzionato a portare avanti un piano di sviluppo, con nuove attività specialistiche, e un ambulatorio dedicato alle urgenze “minori”. «Eppure non ricordiamo nessuna difesa “delle urgenze minori” da parte di Devigili nel 2014 – ricorda Paoli –. Allora veniva chiuso definitivamente il punto di Primo intervento perché le prestazioni che vi venivano erogate risultavano “diseconomiche”, secondo quanto affermava l’assessora del Pd Borgonovo Re. Ci ricordiamo, piuttosto, appassionate interrogazioni a nome Rodolfo Borga, a difesa del suo e del nostro ex presidio ospedaliero». «Non abbiamo visto Devigili protestare perché lavorava in un container. Né strapparsi le vesti quando è stato trasferito in Medicina interna al Santa Chiara di Trento, permettendo di chiudere il punto di primo intervento, che resisteva insieme alla continuità assistenziale».

Per quanto riguarda gli ambulatori specialistici, «sono previsti fin dal 2010», spiega Paoli. «Sono già stati implementati con la cardiologia, mentre mancherà per sempre radiodiagnostica e il Centro per i disturbi alimentari». Invece, per le “urgenze minori”, «non abbiamo bisogno di un candidato sindaco ma di medici convenzionati e strumenti di primo livello». «Il sindaco attuale non ha fallito per nulla la mediazione con il sindacato di maggioranza assoluta delle medicina generale, né con il gruppo di medici di Mezzolombardo – conclude Paoli –. Anzi, ha dato in uso gli ambulatori comunali fino a quando i medici di famiglia non decideranno di andare al San Giovanni. È vero invece il ritardo dell’Azienda sanitaria. Nell’ultimo Comitato provinciale della medicina generale, un suo rappresentante ha svelato che erano loro a non voler far partire l’Aggregazione funzionale territoriale a Mezzolombardo». D.E.













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