A Fai la “boutique delle vacanze” 

L’Hotel Al Sole è diventato “Solea”: 41 camere, 1.400 metri quadri di wellness, ristorante gourmet


di Rosario Fichera


FAI DELLA PAGANELLA. A Fai della Paganella, alla presenza di numerosi ospiti, autorità e albergatori, giovedì ha aperto ufficialmente il nuovo Solea Boutique & Spa Hotel.

La struttura è quella dell’ex Hotel Al Sole, la cui proprietà è stata acquisita recentemente dalla HJD Hotels Srl che fa capo a Daniel Boso, Hannes Illmer e Johannes Gruss, titolari della tt-consulting, nota agenzia altoatesina di consulenza e marketing in ambito turistico.

L’albergo è stato completamente rinnovato: dotato di 41 camere, dispone di 1.500 metri quadrati di area wellness con Spa e saune, di un ristorante gourmet e di una piscina interna ed esterna. Ma uno degli aspetti forse più interessanti è il fatto che la struttura si presenta come un “boutique hotel”. Per capire meglio di che cosa si tratta lo abbiamo chiesto a uno dei proprietari, Daniel Boso.

Da dove nasce e in cosa consiste l’idea di un boutique hotel?

«Il Solea è la concretizzazione della nostra idea di vacanza che si fonda sulla qualità dei servizi, la cura dei minimi particolari e un senso di ospitalità che va oltre i luoghi comuni, così come dovrebbe essere per un vero boutique hotel. Abbiamo, quindi, creato questo tipo di hotel, cioè un piccolo gioiellino, con sole 41 camere, dove vorremmo che chi venga qui trovi un’atmosfera speciale, particolare».

Dall’Alto Adige avete deciso d’investire in Trentino, perché?

«Abbiamo investito tempo e risorse in un territorio congeniale che, sia dal punto di vista turistico, sia in termini economici, presenta grandi margini di crescita. Il Trentino per noi rappresenta un territorio ricchissimo di amore e di cura dei dettagli per quello che sono, da una parte, le tradizioni e, dall’altra, le materie prime, i prodotti, l’artigianato. Dal punto di vista alberghiero ci sono sicuramente alcune punte di eccellenza, ma siamo convinti che si possa comunque fare ancora di più. Tolte le blasonate Madonna di Campiglio e altre pochissime località come Riva del Garda, in altre destinazioni si è sempre cercato di fare massa, nel senso di riempire gli alberghi. Noi invece abbiamo puntato volutamente su un boutique hotel, come ho detto prima, un piccolo gioiello, dove si può trovare la cura per ogni dettaglio».

E a Fai avete trovato il luogo ideale per la vostra idea di albergo?

«Sì, è la destinazione ideale anche per le bellezze dell’ambiente naturale. Inoltre da noi lavorano diverse persone che vivono a Fai e anche questa circostanza è importante in un progetto come questo che crediamo possa rappresentare un arricchimento per il territorio stesso».

Dalla consulenza alberghiera ad albergatori: perché questa vostra scelta?

«Lavoriamo nel campo della consulenza turistica alberghiera dal 2000 e dopo tanti progetti, fortunatamente di successo per i nostri clienti, abbiamo scelto di realizzare un gioiellino anche per noi, senza cercare di pestare i piedi chiaramente a nessuno, ma creando qualcosa di diverso, di particolare».

Oltre a questo di Fai, il vosto primo albergo, prevedete altri boutique hotel?

«La nostra società si chiama HJD Hotels con la “s” finale di Hotel, quindi chissà, un domani… A parte gli scherzi, l’idea è di creare un qualcosa che si possa ricopiare, innovando di volta in volta, ma portando questa cura per i minimi particolari anche in altre località».















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